Le principali vittime di una guerra sono sempre i civili. In qualunque parte del mondo, che un conflitto sia breve o duri a lungo nel tempo, a pagare le conseguenze più care sono ogni volta le persone che non c’entrano nulla.
Le guerre lasciano infatti strascichi che stravolgono, spesso per sempre, la vita quotidiana dei più deboli: bombardano case, ospedali e scuole, separano intere famiglie, uccidono persone di ogni età e costringono a vivere in condizioni disumane o a dover abbandonare la propria terra per salvarsi.
Per questo motivo le ONG (Organizzazioni Non Governative) svolgono ruoli cruciali nelle zone di guerra, operando per alleviare la sofferenza dei civili. Ad esempio, Medici senza frontiere interviene in tutte le guerre nel mondo oggi per fornire supporto e assistenza sulla base dei bisogni specifici della popolazione coinvolta, senza schierarsi con nessuna delle parti in conflitto. Pur trattandosi di interventi ad alto rischio, in quanto spesso queste Organizzazioni umanitarie si trovano di fronte a minacce dirette, limitazioni alla libertà di movimento e difficoltà logistiche, le ONG sono cruciali per mitigare l’impatto della guerra sui civili.
Panoramica sulle guerre nel mondo oggi
Se il conflitto in Ucraina, iniziato nel 2022 e attivo ancora oggi, ha fatto e continua a far parlare molto di sé e attira l’attenzione pubblica in quanto avviene in un Paese alle porte dell’Europa, non è purtroppo l’unico in corso. Nel mondo si combatte e pure tanto. Dall’invasione israeliana di Gaza all’Afghanistan, dalla Libia al Myanmar e alla Nigeria, sono molte le popolazioni del mondo per cui il conflitto è la tragica normalità. C’è la Siria, dove la guerra civile è ormai esplosa 11 anni fa e non sembra volersi concludere. Oppure l’Etiopia, attraversata da lotte di potere interne e da quasi due anni da una guerra civile che infuria. O, ancora, lo Yemen, paese in cui i combattimenti sono scoppiati all’inizio del 2015 e hanno provocato migliaia di morti e milioni di sfollati. E poi il Messico, considerato il Paese più pericoloso per i civili, presi di mira dai cartelli del narcotraffico nelle loro violente competizioni. E non sono gli unici: ci sono tante altre guerre nel mondo altrettanto drammatiche, più locali, sparpagliate, di cui si conoscono meno i dati, in Africa, Asia (Iraq e Siria), Sud e Nord America e molti altri conflitti minori. Secondo i dati di Global Peace Index, le guerre nel mondo oggi sono 56, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Cosa fanno le ONG nelle zone di guerra
Le ONG sono attive nelle zone di guerra principalmente per garantire l’assistenza umanitaria che spesso viene a mancare, in quanto i conflitti vanno a distruggere e togliere anche i servizi di base. Lo fanno tramite la distribuzione di generi alimentari, acqua potabile e altri beni di prima necessità, offrendo rifugi e alloggi temporanei e assicurando supporto igienico e sanitario per prevenire la diffusione di malattie. Anche l’assistenza medica fa parte del lavoro delle ONG nei luoghi in cui le guerre non accennano a fermarsi: creano ospedali temporanei o cliniche mobili per garantire cure mediche immediate ai feriti, offrono supporto psicologico e servizi di riabilitazione e intervengono con vaccinazioni, misure preventive contro la diffusione delle epidemie e programmi nutrizionali. C’è poi la protezione dei Diritti Umani, essenziale per permettere ai civili di vivere in condizioni meno gravose ed eliminare torture, sparizioni forzate e uccisioni che avvengono senza alcun controllo nelle zone di guerra. Alcune ONG lavorano anche per facilitare il dialogo tra le parti in conflitto, collaborando con le comunità locali e promuovendo la risoluzione pacifica dei conflitti, trasformando il proprio lavoro in una vera e propria missione di pace, aiuto e sostegno.