Agli italiani piace la distribuzione moderna. Supermercati e ipermercati la fanno da padrone, seguiti da discount, mercati rionali, produttori diretti e gastronomie. E sulla scelta dei prodotti prevale la sostenibilità.
Più di 8 italiani su 10 fanno riferimento oggi alla distribuzione moderna per la propria spesa alimentare. Il 65% tra supermercati e ipermercati, mentre il 16% preferisce il discount. Il restante 20% circa di consumatori frequenta mercati rionali (6,2%), si reca direttamente dal produttore (4,8%) o in gastronomia (4,7%). Non solo. I consumatori sarebbero disposti a spendere fino al 20% in più per acquistare un prodotto sostenibile.
Questi i dati più interessanti che emergono dall’analisi “Il ruolo guida della Distribuzione Moderna e della Marca del Distributore (MDD) per la transizione sostenibile della filiera agroalimentare” a cura di TEHA (The European House – Ambrosetti). Lo studio sarà presentato il 15 gennaio a MARCA by BolognaFiere 2025, manifestazione primaria delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata. L’evento offre una visione dell’offerta di prodotti MDD, e permette di incontrare buyer e manager provenienti dalle principali catene distributive. Inoltre, consente lo sviluppo di accordi tra le aziende di produzione, food e non food, e i retailer.
La ricerca analizza il valore degli impatti economici, sociali e ambientali per il Paese della Distribuzione Moderna che, attraverso la MDD, si dimostra sempre più guida e riferimento negli standard di sostenibilità per interi comparti e per le aziende della filiera che producono e collaborano con il settore.
La transizione sostenibile non una scelta ma una responsabilità
“Il nostro settore sta dimostrando con i fatti come crescita economica, sociale e tutela ambientale possano andare di pari passo – ha spiegato Mauro Lusetti, Presidente ADM – Associazione Distribuzione Moderna – Investiamo in innovazione, creiamo lavoro, riduciamo gli sprechi e sosteniamo il risparmio delle famiglie italiane garantendo prodotti di qualità accessibili a tutti. Questo impegno è e continuerà a essere la nostra priorità strategica per il futuro del Paese”.
Secondo l’analisi TEHA per ADM (Associazione Distribuzione Moderna) le aziende, il cui giro d’affari deriva per oltre l’80% dai prodotti a marchio del distributore, tra 2015 e 2023, hanno avuto un incremento medio annuo di fatturato dell’8,5%, meglio della media dell’industria alimentare. Analogamente chi aumenta l’offerta in MDD ha creato più occupati (+5,5% all’anno tra il 2015 e il 2023 per chi ha un’offerta di MDD oltre l’80%) e valore aggiunto (+9,3%). “La marca del distributore – ha commentato Lusetti – si dimostra, nel contesto della distribuzione moderna, una leva di crescita per il tessuto economico del Paese. È un acceleratore per i ricavi e per gli investimenti delle piccole imprese che contemporaneamente stimola le scelte sostenibili”.
Negli ultimi anni l’inflazione alimentare ha raggiunto picchi del 13,5% mettendo in sofferenza i bilanci familiari soprattutto delle famiglie a basso reddito. Grazie ai prodotti MDD sono stati generati quasi 20 miliardi di euro di risparmi complessivi per le famiglie dal 2020 al 2024. Questo grazie a prezzi rimasti mediamente più bassi rispetto ai prodotti di marca, consentendo un accesso più democratico a stili alimentari sani e sostenibili. “Sempre nell’ottica della sostenibilità, nel 2024 – ha sottolineato il presidente di ADM – sono state recuperate 14 mila tonnellate di cibo nel 2024 solo grazie alla collaborazione con Banco Alimentare (pari al fabbisogno annuo di 18 mila persone in difficoltà).
Stefania Lupi