Un passaggio del testimone dalla fortunata Esposizione Universale di Parigi del 1925 all’Expo 2015 di Milano, dopo 90 anni, il “Genio futurista”, l’opera più grande mai realizzata da Giacomo Balla, tornerà a rappresentare l’Italia nella sala di rappresentanza di Palazzo Italia, l’edificio del Governo, nel quale per il cerimoniale verranno accolte le delegazioni .
L’iniziativa è stata resa possibile dalla volontà della stilista Laura Biagiotti e al prestito della Fondazione Biagiotti Cigna, intitolata al marito scomparso, affinché l’opera potesse nuovamente essere ammirata.
Durante la presentazione alla stampa del progetto culturale è stata evidente l’emozione e l’orgoglio della stilista romana per l’idea alla base del ‘Genio futurista’ che è stato realizzato per la mostra parigina “Exposition internationale des Arts décoratifs modernes” che ebbe un successo enorme e che adesso nell’ambito di Expo Milano 2015 porterà nuovamente nutrimento spirituale.
Laura Biagiotti ha dichiarato: “In quest’opera c’è l’essenza del nostro Paese, fin dai colori del Tricolore e del mare e sono felice che dopo 90 anni possa di nuovo illuminare l’operosità e il ben fare italiano”.
Durante l’incontro anche la presidente di Expo Diana Bracco, il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, il presidente di Camera Moda Mario Boselli e l’assessore alla moda del comune di Milano Cristina Tajani hanno ringraziato la famiglia per l’atto generoso: “Laura Biagiotti è stata lungimirante, mi ha offerto l’arazzo molto prima che tanti altri cominciassero a interessarsi di Expo – spiega Diana Bracco – e credo che ci porterà molta fortuna per il suo spirito innovativo, per la sua forza ed energia.”
Tutto sempre strettamente legato al tema dell’innovazione che sarà il fulcro del Vivaio del Padiglione Italia “Perché la nostra Arte è radice e futuro”.
E proprio sul futuro si sono concentrate le parole del sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, che ha espresso il grande apprezzamento per l’opera di Balla: “Io penso che diventerà un po’ il simbolo culturale di Expo, proprio perché dà una dimensione di fiducia e speranza verso il futuro, che tutti noi speriamo che questa Expo porti in sé”.
Monica Basile