Pellegrinaggio alla sinagoga di El Ghriba- In Tunisia un bell’esempio di tolleranza religiosa
Arrivando in auto al villaggio ebraico di Hara Seghira, non lontano da Houmt Souk, la capitale dell’isola di Djerba (Tunisia) , la prima cosa che si nota è l’enorme spiegamento di polizia in assetto di guerra, posta a difesa del pellegrinaggio verso la sinagoga di El Ghriba. Misure estreme di sicurezza approntate dal governo tunisino per garantire a tutti i partecipanti all’annuale pellegrinaggio, che raduna un’enorme folla di fedeli, una festa serena e priva di pericoli, dopo le terribili esperienze dell’attentato del 2002 proprio a questa sinagoga, che vide la morte di numerosi turisti di varie nazionalità , e il più recente attentato al museo del Bardo di Tunisi del 18 marzo 2015, rivendicato dall’Isis e in cui sono morte 24 persone.
La tradizionale festa ebraica, che si svolge ogni anno 33 giorni dopo la Pasqua, è un vero evento, poiché si svolge in quella che viene considerata la più antica sinagoga dell’Africa, essendo stata costruita nel 556 a.C. da esuli ebrei provenienti dal Medio Oriente con le pietre del primo Tempio di Gerusalemme, fatto erigere da re Salomone e poi distrutto dai Babilonesi.
Nei due giorni della celebrazione, che nel 2015 si svolge il 6 e 7 maggio, arrivano pellegrini da ogni parte della Tunisia e anche molti turisti, attratti dall’unicità di questa ricorrenza e dall’aspetto folkloristico della manifestazione: oltre alla connotazione religiosa, la Ghriba è, infatti, l’occasione per fare festa, per sfoggiare il vestito migliore, per assaggiare dalle numerose bancarelle il cibo tradizionale cotto al momento su improvvisati barbecue e, perché no, anche per fare un po’ di shopping tra souvenir un po’ kitsch e oggetti di ogni genere. Deputato a ciò è l’antico caravanserraglio, che ospita i rabbini, e che abbaglia con il bianco e l’azzurro tipico delle finestre e delle porte tunisine.
Entrare nella sinagoga provoca una profonda emozione anche in chi non è ebreo, perché al suo interno è possibile ammirare un antichissimo esemplare della Torah scritta su pelle di gazzella che viene portato in processione ed i numerosissimi ex voto esposti sulla parete di fondo. Arricchita da lampadari, da colonne decorate in vari colori la sinagoga ospita i banchi per i fedeli, disposti intorno alla Tevà, una specie di altare da cui il Chazzan recita le Tefilloth e il Qorè legge i passi biblici.
Come ribadito anche dal Ministro del Turismo, Sig.ra Selma Elloumi Rekik, durante il suo discorso d’apertura, la manifestazione vuol essere un inno alla fratellanza e celebrare la tolleranza, tipica della Tunisia, per tutte le religioni: tunisini mussulmani, cristiani ed ebrei vivono infatti fianco a fianco da secoli, in pace e senza problemi, a riprova che la convivenza tra diverse etnie e religioni è possibile e praticabile e che la moschea può convivere con la sinagoga o con la chiesa cristiana.