Sono passati quindici anni da quando ha aperto a Torino, nella Mole Antonelliana, simbolo della città, il Museo nazionale del cinema, diventato subito uno dei luoghi più visitati della città sabauda e anche uno dei musei italiani più amati, se non altro per la sua unicità a livello mondiale.
Ma il Museo del cinema non intende adagiarsi sugli allori e va avanti nella sua opera di presentazione della Settima Arte, con riferimenti a fotografia, ottica, fumetto, televisione, in un percorso che parte dal precinema, con la preziosa collezione di Maria Adriana Prolo, prosegue con spazi su vari generi cinematografici, non dimentica il ruolo di Torino come città di cinema ieri con Cabiria e oggi con svariati film che hanno come sfondo la città, porta all’interno delle fasi di lavorazione dei film, non dimentica il divismo e presenta una collezione di locandine cinematografiche eclettiche.
Il Museo del cinema è anche la Bibliomediateca Mario Gromo, in via Matilde Serao 6/a, il cinema Massimo, con retrospettive e festival, i progetti di restauro su classici della cinematografia, e le mostre temporanee, oltre cento negli anni, su argomenti che hanno spaziato dal divismo a Cannes ai Looney Tunes, da Sergio Leone agli anime giapponesi, da Dante Ferretti alla fantascienza. In questo momento è di scena il neorealismo, stagione irripetibile del cinema italiano, con tributi a De Sica, Rossellini, Visconti e altri maestri, attraverso spezzoni di film, sceneggiature, foto di scena, locandine, documenti spesso inediti.
In autunno il Museo del cinema ha in programma una grande festa per il suo importante compleanno: nell’attesa aspetta i suoi visitatori anche nel mese di agosto, ricordando che ha cambiato giorno di chiusura: non più il lunedì, ma il martedì.
Elena Romanello
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