Viaggio della speranza di una giovane coppia, dalla Moldavia all’Italia, per salvare la figlia di un anno. Un’equipe specializzata di medici dell’Istituto Nazionale dei Tumori ha salvato la vita alla piccola che aveva sviluppato un enorme tumore a un rene. La bambina sta meglio e oggi uscirà dall’ospedale.
La speranza, quando riposta nell’eccellenza della cura e nelle mani di medici specializzati, può donarci storie a lieto fine. Come quella di B., una bimba di appena un anno di vita, arrivata in Italia con mamma e papà dopo aver ricevuto una diagnosi infausta di tumore di Wilms (o nefroblastoma) inoperabile nel suo Paese d’origine, la Moldavia. Operata da un’equipe di medici dell’Istituto Nazionale dei Tumori che le ha asportato una massa cancerogena di tre chili (un’enormità su una bambina di appena dieci chili di peso) al rene, ora sta meglio, potrà crescere e condurre una vita normale. L’intervento è stato eseguito due settimane fa dal dottor Luigi Piva e dal dottor Davide Biasoni della Struttura Complessa di Chirurgia Urologica dell’INT. Al loro fianco, un team di anestesisti e di medici ha fatto sì che ogni fase dell’operazione, durata tre ore, procedesse al meglio. Il cammino di cura della piccola è stato seguito da un esperto di questa patologia, il dottor Filippo Spreafico della Struttura complessa di Pediatria Oncologica dell’INT, diretta dalla dottoressa Maura Massimino. È lui a raccontare la storia, a lieto fine, iniziata con una trafila medica in Moldavia e terminata con il viaggio in Italia e l’operazione.
“In Moldavia non avevano lasciato speranze ai genitori della piccola – spiega il dottor Spreafico -. Loro però non si sono arresi, hanno cercato un contatto con noi e sono arrivati in Italia ad agosto per una prima visita da me, all’Istituto dei Tumori, centro specializzato proprio per questo tipo di interventi. Abbiamo concordato una prima fase di chemioterapia, come spesso facciamo, da svolgere in Moldavia prima dell’intervento, per cercare di ridurre la malattia e preparare la bimba all’operazione”.
Dopo poche settimane i genitori sono tornati in Italia: “Le terapie non hanno avuto l’effetto sperato e il tumore, su una bimba così piccola, stava crescendo di dimensioni – prosegue Spreafico -. Non ci siamo arresi: eseguiamo spesso interventi di questo tipo, anche se in questo caso il tumore era molto grande e la bimba molto piccola. Questo tipo di tumori infantili di solito può insorgere intorno ai quattro anni d’età. In questo caso si trattava anche di una diagnosi in fase tardiva”.
“Il dottor Piva e il dottor Biasoni hanno maturato anni di esperienza in campo operatorio sui tumori pediatrici di questo tipo – conclude la dottoressa Maura Massimino -. L’eccellente lavoro, coordinato dal dottor Spreafico, ha comportato un’operazione delicata, ma eseguita dai due chirurghi specializzati nel gestire tutte le complicanze dei tumori sui bambini piccoli. Con loro un team di radiologi e anestesisti ha valutato le possibili complicanze legate ai problemi di cuore dovuti alla presenza di un tumore così grosso”.
Oggi la piccola B. verrà dimessa: per lei, anche con un rene solo, la vita potrà proseguire serena e, secondo le previsioni mediche, senza complicanze tardive della malattia.