Visita ufficiale del presidente Iraniano Rohani a Roma per avviare una serie di partenership con il nostro Paese dopo la fine delle sanzioni economiche stabilite dal governo USA al paese persiano a seguito della firma del piano per la cessazione del programma nucleare, sottoscritto lo scorso dicembre.
Si parla di possibili di un possibile giro di affari di 3 miliardi di euro in export (dal petrolio, alle autostrade) per l’Italia.
Il nostro Paese è la prima nazione occidentale a cui fa visita il presidente Rohani.
Accolto in Campidoglio dal presidente Renzi e dallo staff della Farnesina, secondo il cerimoniale ufficiale.
Nulla di anomalo sembrerebbe esserci stato.
E invece, ecco che la diplomazia italica dimostrando di essere più “realista del re” decide di coprire le statue dei nudi dei Musei Capitolini per “rispetto verso la cultura iraniana” .
Interpellato sulla questione il presidente Iraniano ha dichiarato che da parte della sua delegazione non ci fu nessuna richiesta in merito e che la decisione presa dalle autorità e dalla diplomazia italiana è una dimostrazione di ottima ospitalità.
Perfetto, ora sappiamo che il nostro Paese è considerato una nazione ospitale.
E’ un orgoglio nazionale tale dote?
Potrebbe esserlo se lo si esula dal contesto che ha scaturito tali dichiarazioni.
Perchè l’episodio delle statue coperte dovrebbe far scattare un campanello d’allarme per cosa sia oggi l’Italia e l’Europa.
Premesso che nella storia dei popoli e delle nazioni vi sono episodi poco edificanti, giustificati da interessi politici, economici, di potere (del resto Macchiavelli ci ha insegnato che “il fine giustifica i mezzi” e che anche i propri credi religiosi possono essere abiurati per la “ragion di Stato; Enrico IV di Navarra di confessione calvinista, per salire sul trono di Francia abbracciò la fede cattolica, e giustificò la sua conversione, pronunciando la famosa frase: “Parigi val bene una messa” ), la copertura delle statue capitoline sono l’emblema del lassismo dei paesi occidentali e in primis dell’Italia.
Questo “cortesia”, non è altro un ennesimo tassello del progetto imposto dal filo conduttore del politicamente corretto che da decenni pervade l’occidente.
Via i crocifissi dai luoghi pubblici in virtù di un laicismo sfrenato ed estremo; abolizione di qualunque ritualità religiosa natalizia nelle scuole pubbliche; stravolgimento dei menù per “agevolare” l’integrazione dei nuovi arrivati (che razza di integrazione si riesce ad ottenere se vengono eliminate le tradizioni locali); sussidi, sevizi, agevolazioni di ogni tipo dispensate a piene mani a chiunque entri nel nostro Paese anche se non in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di immigrazione.
Si dirà, un Paese ospitale deve comprendere e rispettare la cultura di chi si ospita.
Ma questi atti, queste decisioni non si possono considerare come doverosi, dettati dalle “regole” non scritte del manuale del “perfetto”ospite.
Questi sono atti sinonimo di pusillanimità o, peggio, di atteggiamenti che celano altri scopi, altre finalità.
E questo nostro malvezzo è una consuetudine annosa.
Basti ricordare allorchè il Muammar Gheddafi, presidente (meglio definirlo dittatore) libico durante una sua visita nel nostro Paese pretese di soggiornare con la sua tenda nel giardino di Villa Doria Pamphilj e di essere contornato da un auditorio composto da 450 ragazze italiane per ascoltare il suo sermone coranico e la sua predica pro-Europa islamica, oltre ad essere accompagnato dai suoi cavalli purosangue ospitati per l’occasione dalle scuderie del IV reggimento carabinieri.
Si crede di non offendere la cultura iraniana e nascondono gli emblemi della nostra millenaria cultura, della nostra arte.
E l’arte, soprattutto quella classica, che offesa può recare?
La civiltà un popolo che offesa può produrre a coloro che provengono da altre culture ?
Se poi le “altre culture” prevedono la copertura anche del viso delle donne, siamo certi di avere a che fare con una popolo che è portatore delle due parole con la C maiuscola come Civiltà e , appunto, Cultura ?
Si discute di scambi interculturali tra i popoli e poi si assiste a queste mortificazioni masochistiche?
Il problema è più grande e più grave.
In virtù di finalità meschine e recondite si vuole eliminare tutto quanto non sia di gradimento per i nuovi “ricchi”, i nuovi portatori di dollari, di nuovi mercati dove le lobbies finanziarie, economiche e politiche vogliono allungare i loro tentacoli predatori.
La falsa volontà di non turbare la sensibilità del popolo iraniano è solo una scusa banale e fa il paio con tutti quei provvedimenti assunti in sede europea che stanno distruggendo le economie nazionali e le tradizioni millenarie che erano e sono la base dello sviluppo e del benessere di noi cittadini del vecchio Continente.
Un esempio: importazione di 35 mila tonnellate annue di olio proveniente dalla Tunisia senza imposizione di alcun dazio.
Risultato, devastazione dell’ olio made in Italy e di un intero settore quello oleario già particolarmente provato dalla “supposta” epidemia di Xjlella che ha portato alla distruzione di centinaia di ulivi centenari decretata dalla UE (per inciso il ministro delle politiche agricole, Martina, che difesa ha assunto in sede comunitaria, visto che stanno emergendo sconcertanti elementi dalle indagini svolte dalle Procure che confutano i provvedimenti adottati dalla Commissione europea competente in materia ?).
Oggi è la giornata della Memoria, giorno in cui si ricorda la strage di milioni di uomini e donne progettata, pianificata, attuata da un’ideologia che profetava un’assurda supremazia razziale.
Una dittatura che per dar seguito a questa ideologia distruggeva qualunque cosa fosse il frutto di una cultura nemica e “inferiore”.
Uso un’iperbole, e voglio essere “politicamente scorretto”, ma celare quei monumenti è simile ai roghi dei libri bruciati dai nazisti e la distruzione di tutto quanto fosse frutto della cultura ebraica.
Tanto per rinfrescare la memoria e destare le coscienze, ricordo che il nuovo “eldorado” persiano è uno Stato che impicca gli oppositori politici (anche minorenni !) e dove i diritti civili vengono sistematicamente e quotidianamente violati.
Pecunia non olet, ma “l’oro nero” non possiede l’inestimabile valore della cultura, della storia, delle tradizioni, delle identità, della civiltà dell’ Europa che i boiardi stanno svendendo e facendo colonizzare.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)
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