Fino al 1 luglio 2018, nel rinascimentale Palazzo Roverella di Rovigo, il pubblico potrà ammirare foto di scena, locandine, manifesti, cartelloni e registrazioni video in un percorso cronologico che dagli anni ’30 prosegue fino ai giorni nostri. ‘CINEMA! Storie, protagonisti, paesaggi’, una mostra che racconta Polesine e Delta del Po
A Palazzo Roverella di Rovigo, affacciato sulla centralissima Piazza Vittorio Emanuele, trovano posto circa 500 reperti e due sale dedicate alle proiezioni di sceneggiature tratte da una filmografia che spazia tra oltre 80 film girati nel Delta del Po.
La mostra, inaugurata il 23 marzo – sostenuta da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi – è stata curata da Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Preziosa è stata la collaborazione con la studiosa Silvia Nonnato, esperta in iconografia del cinema, con il critico ferrarese Paolo Micalizzi ed il regista polesano Ferdinando De Laurentis.
Barbera curioso di conoscere più da vicino il Polesine, dove non era mai stato, ha accettato l’incarico, anzi la sfida.
Infatti in soli sei mesi ha curato l’ampia rassegna. Un territorio quello polesano, che racchiuso tra l’Adige ed il Po, parla da solo. Un paesaggio mitico che il cinema ha avuto la capacità di cogliere. La realtà polesana è strettamente legata alla vita del fiume Po. Il fluire del fiume è legato al fluire degli eventi di chi in questa terra vi abita.
Il Delta del Po crea un territorio unico, poetico e nel contempo malinconico che registi del calibro di Michelangelo Antonioni, Tinto Brass, Giuseppe De Santis, Alberto Lattuada, Carlo Mazzacurati, Ermanno Olmi, Pupi Avati, Roberto Rossellini, Mario Soldati, Luchino Visconti e altri, hanno ben saputo testimoniare.
Rappresentare la densità del rapporto tra la vita del fiume Po e i film qui ambientati è stato possibile per il grande amore e passione che cineasti, documentaristi e registi nutrono per il Polesine e il suo Delta.
Cesare Bastelli, direttore della fotografia che lavora dal 1973 con il regista Pupi Avati, intervenuto alla inaugurazione ufficiale della mostra, riconosce come la rassegna sia esaustiva e metta la voglia di approfondire e vedere o rivedere i film in rassegna. Spiega che Pupi Avati ha conosciuto il Polesine proprio grazie a lui. Da sempre attratto dalle storie di paura, raccontate dalla gente di campagna nei fienili quando alla sera si faceva “filò”, ha trovato nella terra del Delta la location ideale per la produzione dei suoi film.
In questi luoghi basta un temporale e il paesaggio repentinamente cambia colori e può dare l’impressione di luoghi di paura.
Bastelli rivela anche un particolare tecnico ma curioso. Il Delta del Po ha zone piatte, dove si vede sempre l’orizzonte, ideali per le riprese che avendo un formato rettangolare riescono perfettamente ad inquadrare la scena e a catturare il paesaggio.
La mostra non ha dimenticato Gian Antonio Cibotto, giornalista e intellettuale, nato e cresciuto nel Polesine che ambientò proprio nella sua terra natale il suo romanzo Scano Boa che ha ispirato poi il regista Renato dall’Ara che nel 1961 ha prodotto un film dal titolo omonimo.
Per il presidente della Fondazione Cariparo, Antonio Finotti, la mostra è un motivo per diffondere la cultura. Per questo il biglietto d’ingresso sarà al prezzo contenuto di 5 euro, per favorire chi ha una capacità di spesa contenuta. Agevolazioni sono previste per gli scolari e studenti con viste guidate e laboratori didattici.
Obiettivo della Fondazione è anche, sono parole del Presidente “la promozione di questo territorio che merita di essere maggiormente conosciuto e frequentato”.
Il Delta del Po ha un fascino unico. Territorio ancora incontaminato e straordinario abitato da gente straordinaria. Rappresenta un altrove e un viaggio fuori dal tempo.
La mostra come l’occasione di considerare Rovigo e il Delta del Po, area Mab-Unesco, perfetti per essere una destinazione turistica e meta per viaggi business.
Percorrendo le sale del Roverella, la memoria del visitatore più in là con gli anni sarà sollecita ogni volta che poserà lo sguardo su un particolare della rassegna. Come la madeleine di Proust, riporterà alla mente attimi della propria vita che pensava di aver dimenticato.
Uno sguardo sullo mostra. Dove: Palazzo Roverella; quando: fino all’1 luglio 2018. Orari: Aperta 7 giorni su 7. Feriali 9.00-19.00 Sabato e festivi 9.00-20.00
Informazioni e prenotazioni: Telefono 0425 460093 – Call center attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30; sabato dalle 9.30 alle 13.30 info@palazzoroverella.com
Testo e foto di Dorina Cocca