Il matrimonio è diventato una “burletta”
Proprio così, come esclamava, in evidente stato di rabbia, la moglie del ex sindaco, diventato senatore, Giuseppe “Peppone” Bottazzi, nel quarto episodio della mitica serie di film Don Camillo, “Don Camillo monsignore… ma non troppo.”, non appena venuta a conoscenza della decisione imposta dal marito al loro primogenito, ancora minorenne che voleva convolare a nozze con la sua amata ragazza anch’ella diciassettenne, di celebrare l’unione civilmente e non secondo il rito della Santa Chiesa Cattolica.
” …e già i tuoi capoccia vogliono trasformare il matrimonio in una burletta per una faccenda politica e quindi volete togliere di mezzo il Padreterno per fare un dispetto ad un prete; …non permetterò che mio figlio diventi un pubblico concubino, perchè io non difendo i preti, ma difendo il matrimonio…”.
In quella Italia del dopo guerra, solo il pensiero di un matrimonio civile era considerato uno scandalo da milioni di cittadini italiani.
Il sacro vincolo del matrimonio in quella Italia profondamente cattolica, oltre ad essere un sacramento indissolubile era considerata la colonna portante della società.
Il valore civilistico del matrimonio si fondeva con i canoni religiosi.
Canoni che considerano la celebrazione sponsale portatrice dei sacri crismi del giuramento proferito alla presenza di Cristo che ne santifica l’unione.
Un’ unione religiosa compartecipata dall’ aspetto civile dove si assumono diritti e doveri previsti dalla Costituzione Repubblicana e dalle norme di legge vigenti, in materia di stato civile e famigliare.
Matrimonio religioso concordatario, la consuetudine in quel periodo storico, allorché la celebrazione davanti all’ufficiale di stato civile nelle sale municipali era considerato un affronto al “buon costume”, e moralmente quasi equiparato al concubinato pubblico, reato penale a cui si applicavano pesanti sanzioni (fino a due anni di reclusione).
Comunque la si pensasse, la celebrazione dell’unione matrimoniale era, e dovrebbe, essere e rappresentare formalmente il significato di suprema importanza, al di là delle norme da cui trae origine.
Una “sacralità religiosa o civile” che ancora oggi dovrebbe essere l’aspetto preponderante del matrimoni.
A parole, è sempre così nei fatti, no.
Deve essere il giorno più bello della mia vita, così si sente pronunciare dalla bocca dei futuri sposi.
E proprio perchè “deve essere” il giorno più bello della vita, la celebrazione dello sposalizio e i momenti successivi l’ atto formale (ricevimento, pranzo, cena, in cui si festeggia con parenti e amici) trasformano il matrimonio in “burletta” (come lo definiva la moglie di Peppone).
Volete che “il giorno più bello e più importante della vita” sia pervaso dalla normalità e dal conformismo nell’era dei social-network dove la notorietà è alla portata di tutti ? No sia mai.
E così milioni di coppie dalle più famose a quelle “nip” (not very important person) si scervellano per mesi nell’ organizzare il loro matrimonio con modalità assolutamente originali, sfarzose, fuori dai “luoghi comuni”, affinché ci si possa estraniare e distinguere dalla massa uniforme del popolino comune.
No, non è più sufficiente recarsi in qualche eremo dove è situato un santuario immerso nella verdeggiante collina fuori porta o una chiesetta incastonata sulla scogliera di qualche baia marina.
No, sono banali locations che erano in voga ai tempi delle nonne e dei nonni.
E così, in aiuto alle coppie di futuri sposi, ecco giungere il wedding planner, l’organizzatore di matrimoni, figura professionale che offre la sua consulenza per l’organizzazione del giorno delle nozze.
Dalla location più bizzarra ed esotica dove avverrà la celebrazione civile o religiosa, all’ organizzazione del ricevimento; dall’allestimento del locale del pranzo nuziale, alla scelta del menù; dalle scelta delle partecipazioni, al confezionamento degli abiti; dall’individuazione del film-maker, alla programmazione della luna di miele.
Originalità, non omologazione, il più delle volte, puro kitsch; comunque sia, l’ aspetto predominante deve essere l’impatto visivo nel pensiero, nell’apprezzamento o semplicemente nel suscitare curiosità ed ‘interesse del pubblico, ristretto o worldwide che partecipa “all’ evento mondano” in cui si sono trasformate le nozze.
Fedez e la celebre compagna si sposano, ecco che milioni di followers partecipano in modalità virtuale alle loro nozze celebrate in un mega luna park.
Due comuni “nip” convolano a nozze e allora per lasciare il loro indelebile segno nella comunità di amici e parenti oltre che nei filmati amatoriali prodotti dai decine di smartphones poi pubblicati in rete, il mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere la chiesa sarà un’ autoambulanza che sfreccia nelle vie cittadine con tanto di sirena azionata (e chissenefrega se azionare la sirena sia consentito solamente agli addetti preposti al servizio e per ragioni di emergenza).
E come scordare le coppie che hanno celebrato la loro unione buttandosi con il paracadute, negli abissi del mare, o in cima alle più alte vette.
Essenziale è che l’ evento faccia “notizia”.
Ecco il desiderio di molte coppie.
La speranza della fidanzata di sposare il principe azzurro e del fidanzato di coniugarsi con il proprio “angelo blu” (Cit. Maurizio Vandelli)sono sogni agèe.
Nell’ era ipertecnologica in cui i matrimoni sono sempre più rari e si cerca di dare stabilità legale alle coppie di fatto, sarebbe un “delitto”non dare risalto alla celebrazione e al post celebrazione.
Del resto in una società dove i legami sono sempre meno stabili, i matrimoni, civili o religiosi sono in costante calo complice la crisi di valori, i corsi per fidanzati organizzati dalle parrocchie senza i quali non è possibile convolare a nozze davanti all’altare della Chiesa, dove si equiparano i legami more-uxorio al matrimonio volendo dare seguito all’ assoluta mancanza di senso di responsabilità diffuso sostituito dalle “libertà senza alcun vincolo”, dalla società dei mille diritti senza alcun dovere, nonostante sia celere formalizzare un’unione civilmente (meno di due settimane), così come sia altrettanto celere scioglierne il vincolo (da 6 a 12 mesi).
L’effimero e l’apparenza sopravanzano su tutto.
L’amore è eterno finche dura, così recita il titolo di un famoso film di Carlo Verdone, ma di eterno, oggi, rimarranno solamente le immagini dell’eccentrico, inusuale, originale, “da scoop giornalistico” giorno più bello della vita.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)
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