Se non abitassimo un Paese disastrato e in un periodo pandemico, con una guerra sul territorio europeo e una crisi economica epocale, la “promessa elettorale” di Silvio Berlusconi scaturirebbe una sonora risata.
Non tanto per l’aumento a mille euro delle pensioni per i cittadini che percepiscono un vitalizio mensile minore che faticano a sbarcare il lunario mensile, ma quanto perchè è lo stesso identico atto politico economico della campagna elettorale del 2001, 21 anni fa, che fornì al capo dell’allora Casa delle Libertà, quel “quid” fondamentale per vincere le elezioni politiche nazionali del 13 maggio.
Stessa promessa, stessa cifra parametrata al nuovo conio (nel 2001 era un milione di lire), stesso madornale errore “pensato” e “voluto” di elargire questa prebenda senza distinguere un aspetto importante e fondamentale per non creare un’ evidente discriminazione tra le varie categorie di pensionati.
Già perchè oggi, come allora, per bramosia di “voti” non vi è alcuna traccia di beneficiare solamente coloro che sono monoreddito, e chi con cumulo ” coniugale” non raggiunge tale cifra.
Perchè se così non fosse, molti cittadini con pensioni minime percepirebbero i 1000 euro che, però, andrebbero a sommarsi al vitalizio mensile del consorte magari ammontante a 2000/3000 euro.
Solita cecità italica che colpisce ogni compagine politica di tutto l’arco costituzionale, basti pensare agli 80 euro di Renzi, alla quattordicesima di Prodi, al superbonus del governo Conte.

Partiti diverse, coalizioni diverse, diversi momenti storici, ma sempre stessa linea di condotta, stesso fine: accapparasi il maggior conseno possibile senza alcun progetto politico valido e sostenibile, tutto a discapito del debito pubblico e delle future generazioni.
Ma del resto la politica e sangue e “materiale biologico”.
Tutto cambia per non cambiare niente.

Italia Game Over.


Massimo Puricelli
Castellanza(VA)