Health City Institute ha organizzato, nell’ambito dell’Assemblea nazionale dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) in corso a Bari, la Tavola rotonda “Salute e sport per il benessere nelle città”, in collaborazione con Anci, Coni, Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, Istituto per la Competitività (I-Com), Sport City 3.0 e il consorzio delle Città metropolitane C14+.
L’indagine periodica Istat “Aspetti della vita quotidiana” sui comportamenti degli italiani, mette in luce come il nostro sia un Paese essenzialmente pigro. Solo un concittadino su 3 (33,3%) dichiara di praticare uno o più sport nel tempo libero e la pigrizia cresce da nord a sud: i sedentari sono circa il 30% al nord, circa il 40% al centro, ben oltre il 50% al sud. I più alti tassi di sedentarietà, intorno al 55%, si riscontrano nelle regioni che mostrano in contemporanea i maggiori tassi di obesità: Puglia, Campania, Calabria. Rileva ancora l’Istat che, la sedentarietà è più elevata nei piccoli centri e nelle periferie delle aree metropolitane (oltre il 40%) e meno nelle città metropolitane (poco oltre i 35%).
“Che esista un rapporto diretto tra attività fisica e salute, è un dato di fatto”, ha spiegato Andrea Lenzi, coordinatore di Health City Institute e Presidente della Commissione sulla Biosicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “D’altronde, Istat con le sue rilevazioni dimostra chiaramente come esista un parallelismo spinto tra sedentarietà e sovrappeso e obesità nel nostro Paese”, ha aggiunto, ricordando, inoltre, come: “ampliare e migliorare l’accesso alle pratiche sportive e motorie per tutti i cittadini, favorendo lo sviluppo psicofisico dei giovani e l’invecchiamento attivo” sia uno degli aspetti cardine del Manifesto di Health City Institute.
“L’urbanizzazione e la configurazione attuale delle città e dei suoi collegamenti con le aree rurali offrono per la salute pubblica e individuale tanti rischi, ma anche opportunità da sfruttare con un’amministrazione cosciente e oculata”, ha osservato Roberto Pella, Vicepresidente Anci e Presidente Confederazione Città e Municipalità UE. “Ciò può avvenire proprio attraverso un’analisi preventiva dei determinanti sociali, economici e ambientali e dei fattori di rischio che hanno un impatto sulla salute”, ha aggiunto.
“Gli obiettivi di sviluppo sostenibile legati alla salute sono una priorità dell’Organizzazione mondiale della sanità, che li ha inseriti nell’Agenda 2014-2019”, ha sottolineato l’On. Daniela Sbrollini, Vice Presidente XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. “La città conscia dell’importanza della salute come bene collettivo, che diviene di conseguenza promotrice di salute mettendo in atto politiche sociali, culturali ed economiche per tutelarla e migliorarla, può garantire ai cittadini un alto livello di benessere”, ha concluso.
Per il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita e Diabete, “la città può offrire grandi opportunità di integrazione tra servizi sanitari, servizi sociali, servizi culturali e ricreativi. Il futuro della sostenibilità dei sistemi sanitari nel mondo non può, però, prescindere dallo studio dei determinati della salute nelle grandi città.”
“Bisogna garantire a tutti i cittadini il libero accesso alle infrastrutture e agli spazi verdi, con particolare attenzione alle persone in difficoltà socio-economica secondo il principio dello ‘Sport di Cittadinanza’, ha evidenziato Fabio Pagliara, Presidente di SPORT3.0, ed è questo il messaggio che consegneremo agli amministratori locali presenti, attraverso il libro bianco per la gestione dei parchi e degli spazi verdi nelle città in una ottica di salute e sport.”
Per Stefano da Empoli, Presidente dell’Istituto per la Competitività I-Com, “il Manifesto delinea i punti chiave che possono guidare le città a studiare ed approfondire i determinanti della salute nei propri contesti urbani e a fare leva su di essi per escogitare strategie per migliorare gli stili di vita e lo stato di salute del cittadino. Ogni punto del Manifesto contiene le azioni prioritarie per il raggiungimento di questo obiettivo, promuovendo, a partire dall’esperienza internazionale, partenariati pubblico–privato per l’attuazione di progetti di studio sull’impatto dei determinanti di salute nei contesti urbani.”
Al convegno di Bari è stato infine presentato il programma Cities Changing Diabetes, una partnership tra lo University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center, che coinvolge Istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore. Nasce con l’obiettivo di creare un movimento di collaborazione internazionale che proponga e trovi soluzioni e best practice per affrontare il crescente numero di persone con diabete e obesità nel mondo, e il conseguente onere economico e sociale, partendo dal tessuto e dal vissuto urbano che tanta parte sembra avere in questo fenomeno. Al programma hanno già aderito Città del Messico, Copenaghen, Houston, Shanghai, Tianjin, Vancouver e Johannesburg; ora si è prospettato un prossimo coinvolgimento dell’Italia.
Sempre nel corso della tavola Rotonda verrà consegnata, da parte dell’Health City Institute, ad Enzo Bianco, Presidente del Consiglio Nazionale dell’ANCI e Sindaco di Catania, la “croce di Lampedusa”, realizzata dallo scultore Francesco Tuccio con i legni dei barconi approdati a Lampedusa, per l’impegno dei Sindaci Italiani e di Catania in particolare per l’accoglienza dei migranti.