Le democrazie più evolute si basano sull’alternanza di governo delle forze politiche di destra e sinistra.
Un partito o una coalizione vince l’elezioni, l’altra contrapposta si siede all’opposizione e si prepara alle elezioni successive.
Due mondi contrapposti con ideologie, valori, progetti, proposte differenti, oserei aggiungere in antitesi.
Ecco su cosa si basa la “vera democrazia” , da cosa si differenziano e si caratterizzano i paesi civili, i paesi che sono esempi di buon governo.
In Italia, invece, da sempre una reale contrapposizione non è mai esistita.
Democrazia Cristiana opposta al Partito Comunista, ma uniti nelle spartizioni dei posti di potere, nazionali o locali, e uniti nelle “non riforme” che hanno caratterizzato 4 decenni dal dopo guerra.
Un Paese, il nostro, che si vantava e si vanta di seguire la strada del compromesso (storico), della concertazione (epoca Ciampi), della miscellanea di partiti di destra, centro e sinistra, uniti a (non) governare per il bene dei cittadini e dello Stato, così ci stanno dicendo da anni.
E così, tenendo fede, a questa deleteria tradizione, che ha prodotto i danni che vediamo quotidianamente, che ha ridotto l’italia nelle condizioni che conosciamo, che ha ipotecato il nostro futuro e il futuro delle generazioni che verranno, anche in questi ultime settimane ecco che si ripropone questo malvezzo, questa strategia funesta, seguita in nome e a ragione delle cosiddette riforme istituzionali e per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Forza Italia, maggior partito d’opposizione (non si sa fino a quando) che sostiene le riforme, che si accorda con il Partito Democratico per trovare il “giusto candidato” per il Quirinale, che a parole critica l’operato del governo, ma che all’atto pratico vota o non si oppone a qualsiasi provvedimento del premier Renzi.
Un comportamento figlio di una caratteristica storica e mai abbandonata dei nostri politici: l’interesse privato che supera sempre quello pubblico, che sconfigge sempre il bene dello Stato, il bene dei cittadini.
Interesse che, a seconda dei casi, assume varie sembianze, su tutte il posto sicuro nelle istituzioni, concedetemi il termine lombardo “la cadrega”.
Volete un esempio eclatante di questa condotta: “il ruggito-belante di Brunetta”.
Il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta, nei giorni scorsi ha criticato aspramente la linea politica del partito dichiarandosi contrario al cosiddetto “patto del Nazzareno” sulle riforme che, oltre ad essere inutile e per niente utile a riformare il Paese, sancirà la fine del partito, ormai solo prono ai voleri di Renzi.
Critica dura, diretta, vera, emblema di ciò che un partito d’opposizione dovrebbe fare.
Dovrebbe, appunto, perchè non appena il Presidente Berlusconi ha stigmatizzato quelle parole e richiamato “all’ordine” il capogruppo forzista,minacciando una sua espulsione, ecco che quelle parole, quell’ analisi, quel giudizio, diventano “carta straccia”, vengono smentite tout court.
“Sì al Nazareno senza se senza ma”, così si leggeva nel Mattinale (il notiziario politico redatto da Brunetta) venerdì mattina.
“Tutti per uno e uno per tutti” mi viene da pensare, o meglio tutti attaccati alla famosa “cadrega” anche se di cadreghe il buon Brunetta ne ha avute molte e ne possiede molte visto che è stato docente all’università di Venezia, all’universita di Tor Vergata, è editorialista del Sole 24 ore, de “Il Giornale”, per non parlare dei vari e numerosi incarichi politici che ha ricoperto dagli anni 80 ad oggi.  
Insomma se anche avesse perso la cadrega di capogruppo e quella alla Camera, beh non sarebbe peggerebbe le sue “sacre terga” sul freddo suolo.
Pensavo che una figura come quella di Brunetta potesse essere il controcanto del coro assordante che ascoltiamo da anni.
Evidentemente mi sbagliavo e l’unico coro che si ode anche nell’aulico(?) ambiente della politica e lo stesso udito in un ambito più prosaico e ludico come quello calcistico: “HIP HIP URRA’, HIP HIP URRA’, URRA’, URRA’ URRA’ “!!!
Chissà se questo coro avrà, ahnoi, lo stesso effetto che ha sortito sul rettangolo di gioco (chiedere lumi ai tifosi rossoneri). 
Speriamo di no perchè altrimenti altro che Champions’ League o Europa League per la nostra Italia; rischierebbe la serie cadetta. 
    
Massimo Puricelli
Legnano(MI)