FederAnziani sta facendo una campagna allarmistica che non ha nessun fondamento. La Società Oftalmologica Italiana ribadisce che l’uso di Avastin è sicuro e può essere utilizzato. Il Cohrane Study ha recentemente messo in evidenza che le reazioni avverse di Avastin sono sovrapponibili ed uguali a quelle dell’analogo farmaco Lucentis. Pertanto chiedere di interromperne l’uso dovrebbe essere come chiedere la sospensione anche per Lucentis
La Società Oftalmologica Italiana reagisce immediatamente alle dichiarazioni fatte da FederAnziani in merito alla richiesta di immediata sospensione dell’utilizzo del farmaco Avastin in campo oftalmologico. Innanzitutto, la SOI non fa parte dell’advisory board di cui si fa cenno nel predetto comunicato, in quanto ha fin da subito contestato il modo di approccio alla questione manifestato da FederAnziani, sprovvisto di un benché minimo criterio scientifico e controllo metodologico. In merito alle pretese di FederAnziani- osserva Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana. “Basta ragionare sui dati indicati da FederAnziani per comprendere che a fronte di una terapia che riguarda 500.000 intravitreali l’anno, FederAnziani è riuscita (forse) ad avere una dichiarazione per cui lo 0.00004% dei casi che ogni anno si sottopongono a questa terapia avrebbe dichiarato di aver avuto reazioni avverse, ponendo questo dato a fondamento della loro assurda richiesta! “Le percentuali delle reazioni avverse di cui parla FederAnziani sono riferite ad un numero modesto di casi e sono in linea con quelli di altri Paesi Europei come Inghilterra, Olanda e Germania e internazionali quali Usa, Giappone e Canada. Oltre a caratterizzare tutti i farmaci antiangiogenici somministrati per via intravitreale. L’equivalenza di Avastin e Lucentis- spiega Matteo Piovella Presidente della SOI- sotto il profilo dell’efficacia e della sicurezza è stato ribadito da numerosi studi, l’ultimo dei quali è una revisione Cochrane, uscita pochi giorni fa, condotta su nove studi non sponsorizzati, di cui tre non ancora pubblicati. A seguito di questi significativi dati, il Consiglio Superiore di Sanità ha ratificato questi risultati, chiedendo all’AIFA, di inserire Avastin tra i farmaci a carico del Ssn per l’uso oftalmologico. Il 23 giugno scorso, la commissione Tecnico Scientifica dell’AIFA ha accolto la richiesta del Consiglio Superiore Sanità. Si ricorda che l’uso di Avastin in oculistica non risale alla recente determina di AIFA, ma al 2007, data in cui, in tutto il mondo si è cominciato ad utilizzarlo senza complicanze diverse da quelle che si verificano con farmaci analoghi. Come detto, studi seri e scientifici internazionali ed indipendenti hanno accertato che Avastin non è pericoloso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito Avastin nella sua lista di farmaci essenziali, quale unico farmaco per la cura della maculopatia. Pertanto viene da chiedersi su quali basi FederAnziani lancia inutili allarmismi che provocano solo confusione e agitazione nei pazienti. “Emerge, pertanto una particolare faziosità nella presentazione dei dati”, rileva Piovella, “che determina quanto meno stupore considerando che interviene in una vicenda in cui viene posto in discussione il comportamento tenuto da multinazionali del farmaco (Novartis e Roche) e, conseguentemente, un’ enorme somma di denaro. Ancora più allarmante se si considera che tutto questo ha ricevuto (ancora) l’avallo e il patrocinio da parte dell’AIFA e il patrocinio del Ministero della Salute”.“Per tutte queste ragioni”, conclude Matteo Piovella, “la Società Oftalmologica Italiana ha dato incarico ai propri legali affinché agiscano immediatamente al fine di accertare se emergano responsabilità penali sia in capo a chi ha procurato un inutile allarme sociale sia per gli eventuali ed ulteriori interessi coinvolti”. La Società Oftalmologica Italiana ribadisce che Avastin è sicuro e che può essere impiegato con tranquillità. Ricordiamo che la Società Oftalmologica Italiana è l’ associazione che rappresenta gli oculisti italiani che sono gli unici professionisti che sono in grado di somministrare i farmaci ad uso oftalmologico e pertanto i soli in grado di sapere esattamente se un farmaco oftalmologico sia più o meno sicuro. In quale veste invece FederAnziani può dire lo stesso?