Fondazione Umberto Veronesi  presenta una petizione al parlamento italiano per chiedere l’aumento delle accise sul tabacco

Il consumo di tabacco e le malattie fumo-correlate sono un’emergenza sanitaria cruciale anche nel nostro Paese.

Secondo l’OMS, il fumo di tabacco è la più grande minaccia per la salute al mondo. Una minaccia evitabile e prevenibile. Si stimano 8 milioni di decessi dovuti al tabagismo ogni anno, di cui quasi 900.000 provocati dal fumo passivo. In Italia si attribuiscono al fumo di tabacco oltre 93.000 morti l’anno, circa 43.000 per tumore. Più di un quarto dei decessi riguarda persone ancora giovani, fra i 35 ed i 65 anni di età. Il prezzo umano è altissimo e quello economico è stimato oltre i 26 miliardi di euro, se si considerano costi diretti sulla spesa sanitaria e costi indiretti legati alla perdita di produttività per malattia o decessi. È ormai un dato condiviso dalle grandi agenzie internazionali che si occupano di salute che l’aumento del prezzo del tabacco, attraverso la rimodulazione delle accise, sia una misura costo-efficace.

Per questo venerdì 28 maggio 2021, Fondazione Umberto Veronesi ha presentato alla Camera e al Senato una petizione per l’aumento del costo dei tabacchi (sigarette, tabacco riscaldato e tabacco sciolto) a beneficio di maggiori risorse da destinare alla ricerca scientifica, a programmi di prevenzione, di diagnosi precoce e a programmi di disassuefazione.

La petizione di Fondazione Umberto Veronesi è firmata dal suo presidente, Paolo Veronesi, e dal Comitato Scientifico per la lotta al fumo composto da: Roberto Boffi, Responsabile S.S.D. Pneumologia presso Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Stefano Centanni, Direttore Dipartimento Scienze della salute, Università degli Studi di Milano e Direttore UOC Pneumologia ASST Santi Paolo e Carlo di Milano; Giovanni Fattore, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi di Milano; Silvano Gallus, Responsabile Laboratorio di Epidemiologia degli Stili di Vita dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano; Sabrina Molinaro, Responsabile della Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Elena Munarini, Psicologa e Psicoterapeuta del Centro Antifumo Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano; Licia Siracusano, U.O. Oncologia Medica e Ematologia e Referente del Centro Antifumo dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano; Giulia Veronesi, Direttrice Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e Professore Associato presso l’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano.
L’obiettivo è duplice: contribuire a sostenere un dibattito aperto e razionale e promuovere una maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica.
L’aumento del prezzo incide sui consumi, specie in una fascia cruciale come i giovani, e aiuta a mobilizzare risorse utili a curare chi a causa del tabacco si ammala, chi vuole smettere, chi vuole fare ricerca indipendente. L’esperienza di altri Paesi sta dimostrando l’utilità di questo tipo di provvedimento e che i margini di azione sono ampi.
In Italia i prezzi del tabacco restano fra i più bassi in Europa occidentale. La Francia nel 2020 ha portato il prezzo a 10 euro, in Norvegia il costo medio è 13,90 euro, in Regno Unito 10,50 euro e in Irlanda 13 euro. In Australia ed Oceania il pacchetto di sigarette più economico costa 29 dollari australiani (circa 18 euro), quello più costoso sfiora i 50 (circa 30 euro).

 Tre sono le raccomandazioni fondamentali incluse nella petizione al Parlamento:
–          Che l’aumento dell’accisa sia consistente, tale da portare il prezzo del pacchetto di sigarette ad almeno 10 euro, che secondo le stime attuali potrebbe portare ad aumentare entrate fiscali di 5,4 miliardi di euro e di vendere 800 milioni di pacchetti in meno
–          Che l’aumento del prezzo riguardi non solo le sigarette, ma anche il tabacco sfuso e il tabacco riscaldato
–          Che il ricavato dall’aumento sia destinato ad attività utili a prevenire e curare le malattie provocate dal fumo, per le quali attualmente mancano risorse ed investimenti adeguati. In particolare, i fondi ricavati dal surplus delle accise dovrebbero essere finalizzati a:

  • sostenere progetti di prevenzione primaria, per ridurre il numero di nuovi fumatori, e di disassuefazione per chi già fuma;
  • ad attività di ricerca indipendente;
  • al sostegno di programmi di prevenzione secondaria per la diagnosi precoce delle malattie fumo-correlate;
  • alla rimborsabilità di trattamenti utili per smettere di fumare.

È il momento di una riflessione adeguata all’urgenza e alla complessità del problema” – dichiara Paolo Veronesi. “Proprio ora abbiamo l’esatta percezione di quanto sia necessario difendere il nostro sistema sanitario, universale e solidale. Ora abbiamo la consapevolezza della necessità di investire in prevenzione per tutelare la capacità di cura. Ad alcuni aumentare le tasse può sembrare una misura che penalizza i più deboli, ma occorre essere realistici: sono loro che stanno pagando il prezzo più alto in termini di malattia, disabilità e impoverimento dovuti al fumo. È il fumo che aumenta le disuguaglianze, non l’accisa. Alzare il prezzo del tabacco significa proteggere le persone, incrementare le risorse per curare, aiutare a smettere di fumare, condurre ricerche indipendenti. L’alternativa è un immobilismo poco giustificabile”.
Fondazione Umberto Veronesi dal 2008 è impegnata nella lotta contro il fumo di sigaretta e le malattie fumo-correlate attraverso numerosi progetti e attività di educazione rivolte alla società civile e ai giovani (nell’ambito del Protocollo d’Intesa con il MIUR); un servizio di informazione sui danni del tabagismo tramite il sito www.fondazioneveronesi.it ; l’erogazione di 53 borse di ricerca a medici e scienziati impegnati nello studio e nella cura di patologie fumo-correlate e il finanziamento di 3 progetti di ricerca.

Per maggiori informazioni sull’impegno di Fondazione Umberto Veronesi consultare il sito www.fondazioneveronesi.it.