Un libro sulla scienza applicata al vino, scritto da Cesare Pillon, Paolo Panerai e Tommaso Ciuffoletti. Edito da Class Editori, è nato per rendere omaggio a una figura centrale per il rinascimento del mondo del vino. La storia del più grande enologo italiano e del suo credo nella teoria vinicola del padre dell’astronomia
Palazzo Ralph Lauren, un edificio anni quaranta per la Moda a Milano è il nuovo luxury concept della griffe statunitense in San Barnaba che ha fatto da sfarzosa cornice alla presentazione del libro dedicato a Giacomo Tachis, il più importante enologo italiano, a meno di un anno dalla sua scomparsa.
“Il vino è un composto di umore e luce”. Queste parole vengono solitamente attribuite a Galileo, che, secondo una vulgata ormai ampiamente diffusa, le avrebbe scritte in una lettera indirizzata al conte fiorentino Lorenzo Magalotti. Tuttavia quando Galileo morì, nel 1642, il conte Magalotti aveva appena cinque anni ed è difficile immaginare che, per quanto precoce, potesse intrattenere sì dotta corrispondenza col più grande scienziato della sua epoca. La storia quindi è un’altra. Quelle parole sono sì attribuibili a Galileo, ma sono giunte fino a noi non attraverso l’opera dello scienziato, ma del conte Magalotti. Fu proprio lui, infatti, a rimanere colpito da quella frase sul vino dopo averla sentita riportare, a voce, da un allievo del Galilei e a trascriverla così in una sua lettera che è giunta fino a noi. A distanza di oltre secoli, quella stessa frase che aveva colpito Lorenzo Magalotti, affascinò un altro uomo, Giacomo Tachis, il padre della moderna enologia italiana, creatore di tanti vini che hanno ridato all’Italia un posto di prestigio tra i maggiori produttori mondiali e purtroppo recentemente scomparso. Il vino, dunque, come composto dell’umore della terra e della luce che arriva da cielo, in una sintesi che rimanda ai simbolismi dell’alchimia, ma che coglie con intuizione premonitrice anche le chiavi biologiche dei processi fermentativi che trasformano in vino il succo di quel “mirabile laboratorio” che è il chicco d’uva. Un filo rosso che lega il pensiero di due grandi uomini, scienziati e pensatori, come Galileo Galilei e Giacomo Tachis.
Cesare Pillon, ne ha ricostruito la biografia grazie alla propria esperienza di grande conoscitore e narratore del vino, che nella propria carriera ha incrociato tante volte Tachis e suoi vini. Paolo Panerai, giornalista ed editore, produttore di vino in Toscana, a Castellare di Castellina e Rocca di Frassinello, e in Sicilia, a Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare, ha arricchito il libro con i ricordi del suo rapporto con Tachis e con la rivelazione del mondo del vino di cui Giacomo è stato il protagonista fra Italia e Francia. Tachis è il padre, nell’interpretazione ideale dei principi di Galileo, di tre vini di successo delle aziende di Panerai, pur non avendo mai avuto un rapporto economico con le stesse. Infatti, la relazione si è intrecciata sul filo di un rapporto che è stato personale grazie anche al tramite di Alessandro Cellai, enologo di tutte le aziende, allievo, amico e delfino designato proprio di Giacomo Tachis. Tommaso Ciuffoletti ha infine ricostruito la storia e il testo della lettera in cui Magalotti fissa il ricordo di questa celebre frase di Galileo Galilei.
Un libro, Giacomo Tachis e la Luce di Galileo, per tutti coloro che amano il vino, la sua cultura, il suo valore anche terapeutico, siano essi addetti ai lavori o semplici wine lover.
Giacomo Tachis non è stato solo il più importante enologo italiano. Non è stato solo colui che ha fatto fare un balzo in avanti decisivo allo sviluppo delle tecniche enologiche in Italia. Non è stato solo il padre di vini icona come Sassicaia, Tignanello, Solaia, Turriga e tantissimi altri. Giacomo Tachis è stato anche e soprattutto un insaziabile e appassionato studioso di storia e di filosofia che al vino s’è legata nel corso dei secoli. Negli ultimi anni, in particolare, aveva approfondito le letture intorno agli studi di Galileo Galilei, e dei suoi discepoli, sulla luce ed i suoi effetti. Studi che trovavano proprio nell’osservazione dell’uva, della struttura degli acini, della loro maturazione e poi nella fermentazione per diventare vino, un campo d’applicazione che lo intrigò tantissimo. Tanto da diventare un pensiero sempre più ricorrente.
Questo libro, concepito da Domini Castellare di Castellina, il cui proprietario, Paolo Panerai, e il cui enologo, Alessandro Cellai, hanno avuto con Tachis un rapporto speciale, vuole essere un omaggio a Giacomo Tachis grande studioso per tutta la vita.