Referendum costituzionale confermativo del 4 dicembre viene considerato da Renzi & C come una rivoluzione “copernicana” per il nostro Paese, i cittadini, la politica.
Una “pietra angolare” .
Se così fosse, è bene porre attenzione sui dati oggettivi, reali, di questa “presunta” riforma essenziale.
Il “minculpop” renziano, da mesi, ripete meccanicamente la nenia del taglio dei senatori, l’ abolizione del Cnel, l’ abolizione delle province, il tutto comporterebbe un cospicuo risparmio di denaro per le casse dell’erario.
E allora iniziamo dall’ “argent”, dalla “grana”, argomento sensibile che genera un profondo appeal nell’opinione pubblica.
Secondo quanto declama la Ministra Boschi, tale riforma produrrebbe oltre 500 milioni di euro.
Dati eclatanti, roboanti, peccato che l’ Istituzione che si occupa del bilancio statale, la Ragioneria dello Stato, ha rettificato tale cifra, prevedendo solo la decima parte (circa 49 milioni di euro).
Già da questo elemento si evince che non è tutto oro quello che luccica; non è “24 carati” la riforma di Renzi; parrebbe più un pezzo di pirite.
Passando agli aspetti più prettamente “politici”, il ritornello che si ode da mesi ha come filo conduttore la “presunta” maggior velocità nell’approvazione delle leggi con la cancellazione del sistema paritario composto dall’attuale diarchia Camera dei Deputati e Senato della Repubblica.
Niente di più falso, visto che la celerità delle leggi dipende dalla “volontà” dei rappresentanti che siedono nei due rami del Parlamento.
E sì, perchè se una proposta di legge riguarda interessi considerati di vitale importanza per le casse dell’erario o le tasche di lobbisti, affaristi, multinazionali, o politici le norme vengono approvate in pochissimi giorni.
Tanto per rammentare.
Legge “Fornero” inerente alla riforma del sistema pensionistico, approvata in nemmeno 18 giorni per far fronte (così si sosteneva…..) al probabile crac finanziario dell’INPS.
Decreto Amato 1992, prelievo forzoso sui conti correnti, libretti di risparmio di tutti gli italiani (infanti compresi) del 6 per mille.
Provvedimento reso esecutivo in una notte. Un azione simile ad un furto con destrezza operato da criminali professionisti…..
Così come il blocco delle pensioni sempre nell’anno di grazia 1992, o il decreto “salva banche”, ecc.
Diversa storia se le leggi riguardano i diritti dei cittadini o il ripristino della giustizia andando ad intaccare privilegi dei poteri forti.
Le lungaggini sono enormi e l’iter è simile alla “tela di Penelope”.
Per “vendere” la riforma si comunica al cittadino-elettore che verranno ridimensionati i poteri delle Regioni accentrando allo Stato centrale ogni autorizzazione riguardo le opere pubbliche per avere una burocrazia più celere e più semplice.
In realtà, un vero e proprio colpo di spugna sul rimanente agonizzante federalismo previsto dai Padri Costituenti.
Tanto per comprendere così significhi accentramento si ponga attenzione a cosa sta accadendo in questi mesi con i diktat delle Prefetture per lo smistamento dei sedicenti profughi (più probabilmente clandestini, visti i dati inerente alle domande di accoglimento delle richieste di asilo-15%) che sbarcano in centinaia di migliaia sulle nostre coste.
Sindaci e comunità locali in totale balia dei voleri del Ministero dell’Interno, da cui dipendono i Prefetti, con requisizioni forzose di fabbricati civili in virtù di vetuste normative derivanti da regi decreti di inizio secolo scorso.
Ma non solo; è sufficiente osservare in quale pessimo stato siano le strade e le scuole delle”ex Province” per capire quale futuro ci aspetti.
Un futuro fosco anche a livello economico; si manderà in fumo i conti virtuosi di talune realtà locali.
Con l’accentramento statale si distruggono realtà virtuose con buona pace della mancata applicazione dei “costi standard” a livello di sanità e trasporti (ma potrebbero essere applicati ovunque) di competenza regionale che ha prodotto un notevole risparmio della spesa pubblica e del debito, con previsione di permanenza anche per gli anni futuri.
Un ulteriore aspetto negativo della riforma che in pochi conoscono, perchè è un aspetto volutamente celato dalla propaganda renziana, sancisce l’automatico adeguamento non solo dei Trattati Europei ma di tutto l’ordinamento europeo al rango Costituzionale (vengono parificati alla Costituzione).
In altre parole, la nostra sovranità, già pesantemente limitata, sarà totalmente esautorata e noi ci ridurremo al livello di “sudditi” senza più la possibilità di poter esprimere i nostri diritti democratici.
E la classe politica simbolo del malaffare, su cui la riforma proclama una profonda rivoluzione in termini economici e di produttività?
Ebbene l’unico e importante provvedimento che avrebbe generato un’inversione di rotta contro gli “inciuci”, i “ricatti”, gli interessi personali, che tengono in ostaggio il Parlamento, ovvero, il cosiddetto vincolo di mandato (l’impossibilità di cambiare schieramento politico durante la legislatura) che produce governi non espressione della volontà popolare espressa tramite il voto elettorale, non è previsto dalla progressista “rivoluzione copernicana” prodotta della compagine renziana.
Quindi i vari governi tecnici, semitecnici “alla Monti, Amato, Ciampi”, o i governi “di larghe intese” (di largo solo gli interessi dei soliti noti…)sostenuti dal salto della quaglia dei vari Scilipoti, Razzi, De Gregorio, Verdini, Follini, ecc., li potremo ritrovare anche in futuro se vincessero i Sì al referendum.
Governi a cui veniva e viene sempre attribuita un’ aura di alto livello istituzionale e di alti valori civili ponendoli in contrasto con gli sporchi, laidi, luridi governi “prettamente” politici.
Peccato che, come giustamente sosteneva Andreotti (la storia ha già decretato il suo giudizio sul politico Andreotti, ma non si può disconoscerne la sua lunga esperienza e la conoscenza in tale ambito), nessun governo lo si può definire tecnico perchè ogni esecutivo deve ottenere la fiducia dal Parlamento (come previsto dalla Costituzione) e può compiere la sua attività solo con il sostegno della maggioranza parlamentare che è un’ istituzione “assolutamente politica”.
Questi sono gli aspetti salienti sui quali andremo ad esprimere il nostro consenso o il nostro dissenso il prossimo 4 dicembre.
E’ necessario essere consci di cosa sceglieremo in cabina elettorale, perchè diversamente da ciò, come ripete quotidianamente attraverso ogni tipo di mezzo d’informazione il Presidente del Consiglio Renzi, se diciamo Sì, non faremo un balzo nel futuro ma decreteremo la nostra schiavitù, venderemo le nostre libertà democratiche ad un’ oligarchia centralista succube della tirannide europea.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)
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