Il periodo natalizio dovrebbe (si dovrebbe utilizzare un “super” condizionale, si dovrebbe coniare un neologismo verbale) generare nell’animo umano solidarietà, empatia, generosità.
Una serie di buoni “sentimenti” ispirati ai valori di quanto simboleggi il genetliaco di Gesù.
Da sempre, è più l’ipocrisia a farla da padrona, o nel migliore dei casi, un dettame consuetudinario di ricevimento di auguri da persone che non si incontrano o non si hanno contatti per l’intero anno (seppur in un’ era digitale dove l’interconnessione è ai massimi livelli).
Ma nella schiera di questi falsi buonisti consuetudinari, esiste una specie di esseri umani (mi riesce difficile definirli solamente”umani”) che durante la farisaica chiamata “per gli auguri”, non appena domandano lo stato di salute, le condizioni lavorative, sociali e affettive, se ricevono un minima rappresentazione di difficoltà, problemi, depressione, ecco che scatta automaticamente l’ostentazione dei loro successi in ogni ambito esistenziale.
Con una sorta di malvagio compiacimento umiliano l’interlocutore generando un ancor maggior stato depressivo in un periodo dell’anno in cui i problemi esistenziali, economici, psicologici, e di salute sembrano gonfiarsi a dismisura con la percezione di un fardello ancor maggiore da dover sopportare.
La domanda da porre è quella di quale risposta si dovrebbe fornire a tali cinici, egocentrici e sadici “esseri umani”, scartando il “politicamente corretto”.
Potrebbe essere d’esempio il comportamento del grande Totò, nel film “Chi si ferma è perduto”, che, nonostante l’ispettore generale (impersonato da A.Tieri), gli consigliasse di relazionarsi con “il prossimo” con cortesia, gentilezza e tatto, rovesciava le vettovaglie del tavolo imbandito per il “falso ispettore generale” dell’ azienda dove lavorava, che si era invaghito della sua figliola.
E’ sufficiente tale risposta, oppure è un atteggiamento ancora troppo remissivo e poco consono per i suddetti pseudo-umani portatori di due soli “valori”, ovvero soldi, prestigio personale e famigliare da ostentare in ogni occasione da cui traggono un immenso piacere, vieppiù accentuato se uniscono l’umiliazione di donne e uomini in difficoltà?
Si accettano proposte e suggerimenti.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)