Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936, è stato eletto Papa il 13 marzo 2013, in seguito alle dimissioni di Benedetto XVI, e ha assunto il nome di Francesco. Bergoglio era stato creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001.
Dopo gli ottimi riscontri ottenuti dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato Sì all’inizio della scorsa estate, è uscito il libreria il primo grande libro: “ Il nome di Dio è Misericordia”, firmato da Papa Francesco, curato dal giornalista Andrea Tornielli di Vatican Insider ed edito da Piemme (pagine 113, euro 15).
Il libro è stato lanciato in 87 Paesi del mondo e sarà verosimilmente uno dei besteseller dei primi mesi del 2016, il Papa approfondisce il messaggio della misericordia, collocato al centro del suo pontificato sin dall’omelia del 17 marzo del 2013, tenuta dopo l’elezione al Soglio di Pietro.
Il Papa ha voluto vergare personalmente le copertine delle edizioni in lingua italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola e portoghese.
Con parole semplici e dirette, Papa Francesco si rivolge a ogni uomo e donna del pianeta instaurando un dialogo intimo e personale. Al centro, c’è il tema che più gli sta a cuore – la misericordia – da sempre fulcro della sua testimonianza e ora del suo pontificato.
In ogni pagina, con concisione e forza il desiderio di raggiungere tutte queste anime – dentro e fuori la Chiesa – che cercano un senso alla vita, una strada di pace e di riconciliazione, una cura alle ferite fisiche e spirituali.
Nonché i carcerati e le prostitute, ma anche i disorientati e i lontani dalla fede, gli omosessuali e i divorziati. Esemplare il passaggio sugli omosessuali. E’ rimasta storica una frase di Francesco; “Chi sono io per giudicare?”…
E poi nel dialogo, Francesco non si sottrae neppure dall’affrontare il nodo del rapporto fra misericordia, giustizia, corruzione. E a questi cristiani che si annoverano nelle schiere del “giusti”, rammenta: “Anche il Papa è un uomo che ha bisogno della misericordia di Dio”.
Giuseppe Lippoli