Le dita dei piedi funzionano come i tasti di un pianoforte: la musica è bella quando tutti lavorano correttamente. Ma cosa succede quando si turba l’armonia? È capitato a tutti almeno una volta nella vita di avvertire del dolore localizzato sulla parte anteriore del piede, come dobbiamo comportarci?
L’avampiede è la prima parte dello scheletro umano a venire in contatto con la terra e l’ultima a lasciarla. Il metatarso, in particolare, rappresenta lo strumento per vincere la forza di gravità ed esplorare il terreno che ci circonda, per questo i metatarsi hanno un’importantissima funzione per la vita dell’uomo: orientano il piede e ne costituiscono la struttura portante, l’elica propulsiva. Il fenomeno doloroso che riguarda i metatarsi, ovvero le cinque ossa tubolari che compongono lo scheletro del piede, è detta metatarsalgia. Per morfologia e aspetto i metatarsi si distinguono fra di loro, ma non per funzione perché tutti insieme contribuiscono a sostenere la persona.
Cos’è la metatarsalgia? Lo abbiamo chiesto al Responsabile della Ricerca Scientifica del gruppo PBS Renzo Renzini
«È un fenomeno doloroso che riguarda i metatarsi. Il primo osso metatarsale è il più importante perchè è il più grosso di tutti ed è una continuazione dell’alluce. Le altre ossa fanno parte dell’avampiede e tutte partecipano al corretto funzionamento del piede e di conseguenza dell’intero apparato scheletrico. In buona sostanza si tratta di una manifestazione locale del dolore che interrompe i ritmi quotidiani perché impedisce la libertà di movimento e limita la mobilità».
Da cosa può essere causato il dolore?
«Da una malattia generale che dà manifestazioni locali, da una lesione; il metatarso può essere dolorante per diverse ragioni, dal trauma fino all’evento banale della deformità da sovraccarico del primo raggio, più frequente è il disturbo locale sul metatarso. Potrebbe il sintomo iniziale dell’alluce valgo, oppure semplice stanchezza dovuta ai tacchi alti indossati per tutto il giorno (in questo caso per risolvere basta del riposo o un massaggio). Nella maggior parte dei casi è originata da un insieme di concause: sovrappeso/obesità, gravi deformità anatomiche (piede cavo, dita a martello, alluce valgo), artrite reumatoide, gotta, allenamento o attività fisica molto intensa che coinvolga la parte interessata dalla patologia (es. podismo, tennis, calcio, ecc.), neuroma di Morton (che colpisce i nervi posti tra i vari metatarsi, caviglia o tendine d’Achille infiammati), osteocondrosi (processo di necrosi del secondo metatarso del piede), diabete. Altre volte, come nel caso degli sportivi, potrebbe interrompersi la continuità dell’osso metatarsale e di conseguenza avere una frattura, in questo caso anche una radiografia potrebbe svelarlo dopo un mese o due perché il tessuto osseo continua a rigenerarsi. Il dolore metatarsale è più frequente nelle donne (con un’incidenza dell’85-88%) per l’influenza rilevante delle calzature a tacco alto che spesso sono causa di alterazioni biomeccaniche.
Come bisogna comportarsi?
È indispensabile rivolgersi al medico innanzitutto per avere una corretta diagnosi, successivamente sarà lui a stabilire quando è sufficiente una terapia conservativa (nella maggior parte dei casi) o un trattamento chirurgico, in ogni caso l’obiettivo è quello di ripristinare l’alterazione della distribuzione del carico.
La terapia conservativa consiste principalmente in piccoli accorgimenti che possono favorire l’attenuamento o la scomparsa dei sintomi come ad esempio: tenere a riposo il piede colpito dalla metatarsalgia, applicare del ghiaccio al fine di favorire la diminuzione dell’infiammazione, elevare l’arto per ridurre lo stress a suo carico, utilizzare scarpe adeguate, magari applicando delle solette antishock o, in caso di piede cavo, dei plantari. Se il dolore è più pronunciato è possibile assumere antidolorifici ed antinfiammatori. In caso di sovrappeso è consigliabile dimagrire magari praticando sport che non comportino stress per l’arto (es. nuoto). Infine, per patologie come diabete, artrite reumatoide, gotta è consigliato tenerle sotto controllo perché ciò aiuta a mitigare anche le conseguenze della metatarsalgia.
Il trattamento chirurgico della malattia è una soluzione che generalmente riguarda i casi non trovano soluzione negli altri rimedi evidenziati.