Un piccolo quartiere a Nord-est di Milano, una volta comune autonomo, è stato scelto dalla Caritas e la Diocesi come luogo che possa al meglio rappresentare il tema di Expo 2015: garantire il cibo a tutti.
Il nuovo refettorio ambrosiano servirà a sfamare ogni giorno oltre 90 persone in difficoltà grazie allo sforzo di molti: a coordinare il lavoro degli chef stellati c’è Massimo Bottura ideatore del progetto insieme a Davide Rampello, curatore del Padiglione Zero ad Expo mentre l’ambiente è stato arredato grazie alle donazioni : i tavoli disegnati da Piero Lissoni e realizzati da Riva, le sedie in policarbonato di Kartell, le lampade firmate da Carlotta De Bevilacqua, la cucina offerta da Lavazza, il rame per una gigantesca cappa donato dall’imprenditore Enzo Manes.
Bottura ha mobilitato una quarantina di chef internazionali affinché, nei mesi di Expo, preparino menù d’autore per gli ospiti del Refettorio rielaborando le eccedenze alimentari di Expo. Per questo Caritas Ambrosiana, grazie ad un’intesa avviata con Coop sta sperimentando un sistema di raccolta e riutilizzo del cibo non consumato in Expo.
Giovedì sera la prima cena dopo la mattinata dedicata all’inaugurazione con la presenza dell’arcivescovo Angelo Scola, del commissario unico Giuseppe Sala e del sindaco Giuliano Pisapia. Il cardinale ha voluto sottolineare “la bellezza sobria” del Refettorio: “Non lo dico in termini economici – ha precisato – ma ciò che appare è una cosa semplice e senza orpelli, e questo mi piace molto. Si ha fame di dignità come si ha fame di pane, e tutti noi che abbiamo pane in abbondanza non abbiamo più tanto fame di dignità'”. “La realtà è testarda – ha concluso– e non vanno trascurati due fatti: questa idea è stata lanciata il Giovedì Santo, il giorno dell’istituzione dell’Eucaristia”.
Ogni giorno le eccedenze di cibo di Expo saranno cucinate da grandi chef e distribuiti in questo nuovo Refettorio in modo da non sprecare nulla e garantire assistenza ai più bisognosi.
Al Refettorio non si mangerà soltanto: con la parrocchia saranno organizzati incontri e iniziative per tutti perché questa opera vuole anche essere una restituzione per il quartiere del suo teatro.
In più riprese è stato ringraziato il quartiere per la solidarietà dimostrata ed un grazie particolare è stato espresso a Don Giuliano, il parroco di San Martino in Greco, per la sua presenza costante, la disponibilità e l’apertura al territorio.
L’ingresso del refettorio ornato dalla porta dell’artista Mimmo Paladino (nella foto) racchiude il senso del progetto: “Dacci oggi il nostro pane”.
Monica Basile