Il museo è stato fondato dal presidente Claudio Luti nel 1999 in occasione del 50° anniversario di Kartell e si trova nello stabilimento di via Noviglio, sede principale dell’azienda dagli anni ’60.
La mostra permanente espone circa 1000 oggetti, che sono collocati in sale tematiche e insieme cronologiche, secondo il progetto della curatrice Elisa Storace, che mira a raccontare 67 anni di storia aziendale, comunicando in maniera diretta ed efficace il valore culturale dei progetti che espone. Nei diversi spazi espositivi sono messi in luce i rapporti tra gli oggetti e gli atteggiamenti progettuali dei designer.
L’allestimento è stato progettato dall’architetto e art-director Ferruccio Laviani, rispettando e valorizzando la struttura architettonica dello spazio: una sala espositiva, progettata da Anna Castelli Ferrieri e Ignazio Gardella nel 1967, che si sviluppa su tre piani affacciati su un ampio cavedio.
Nel precedente allestimento di Kartellmuseo si respirava un’atmosfera ovattata, dove il bianco puro delle pareti veniva spezzato solo dal rosso acceso della grafica che si sviluppava lungo tutte le pareti, narrando la cronologia delle opere esposte.
In seguito alla ristrutturazione dello scorso aprile lo spazio museale ha cambiato totalmente aspetto; ora a dominare è il grigio antracite, colore in grado di valorizzare le caratteristiche quasi scultoree degli oggetti che sono posti in grandi teche trasparenti.
Il cavedio accoglie l’installazione “Fra gli alberi” dell’artista Stefano Arienti: un giardino abitabile con alberi disegnati in oro su teli antipolvere da ponteggio che scendono dal soffitto, creando tre pannelli larghi da 3,5 a 5 metri e alti 9. Oltre agli alberi l’artista ha dipinto sui teli alcuni pezzi iconici della Kartell: le sedute La Marie, Louis Gost e Bubble Club, la lampada Bourgie e gli sgabelli Gnomes.
All’inizio del percorso possiamo leggere l’elenco dei nomi degli 89 designer che hanno collaborato con l’azienda nel corso degli anni.
Il primo pezzo esposto è il portasci del 1949, primo prodotto realizzato dall’azienda, che si trova installato su una scenografica FIAT 500.
La mostra prosegue con alcuni oggetti in plastica della Divisione Casalinghi progettati da Gino Colombini; con lampade disegnate da noti designer milanesi come Marco Zanuso e i fratelli Castiglioni; con gli articoli e i brevetti dalla Divisione Labware per ospedali e laboratori; e ancora con i primi oggetti di arredamento in plastica, realizzati negli anni 60.
Nelle stanze successive possiamo ammirare diversi oggetti iconici come: la seggiolina per bambini di Marco Zanuso e Richard Sapper, la prima al mondo realizzata interamente in plastica, i mobili componibili di Anna Castelli Ferrieri, la sedia universale di Joe Colombo e diversi articoli divertenti degli anni 70 e 80, tra cui c’è la domestica robotica Ines.
Negli spazi dedicati agli anni ’90 si trovano gli oggetti più conosciuti: la sedia Maui di Vico Magistretti; la prima monoscocca realizzata interamente in polipropilene senza supporti metallici; la libreria flessibile Bookwoom di Ron Arad; per finire, alcune novità assolute di Phillippe Stark come la sedia La Marie del 1999, la prima in policarbonato trasparente, e il divano “Uncle Jack”del 2014, il pezzo d’arredo di policarbonato stampato più grande al mondo.
La mostra termina al pian terreno, dove sono esposti a rotazione i progetti più recenti e le “contaminazioni” con il mondo dell’arte, della moda e dello spettacolo, come le sedute personalizzate da Lenny Kravitz o la collezione limited edition dedicata alla Barbie.
Kartellmuseo è membro dell’associazione italiana Museimpresa e nel 2000 ha vinto il Premio Guggenheim Impresa & Cultura come miglior Museo d’Impresa.