La tradizione narra che Napoleone Bonaparte scegliesse i suoi generali tra i soldati che erano dotati di buona sorte.
La componente fortuna era una componente preponderante nelle decisioni che portarono l’imperatore francese a dominare l’Europa ad inizio ottocento.
Vincenzo Montella, neo-allenatore del AC Milan di questa stagione si può accomunarlo al famoso condottiero di origine corse.
Intendiamoci, non è la sola dote che possiede il giovane trainer di origini campane.
E’ un seguace del “bel calcio”, dispone della capacità di creare un sereno ambiente nello spogliatoio (così dice la vulgata), riesce a motivare, ma anche a redarguire i suoi giocatori.
Aggiungiamo che non è un presuntuoso, perchè plasma le sue “ideologie tattiche” alle caratteristiche dei giocatori che “il convento milanista” gli ha affidato.
Per utilizzare un’amata espressione del Presidentissimo Berlusconi, è riuscito (almeno finora) a realizzare un buon vestito con la stoffa fornita (non sarà mai uno stilista di alta moda, tuttavia il suo atelier è una maison rinomata, un artigiano di classe).
Potrebbe sembrare che definire Montella un allenatore fortunato sia una nota di demerito.
Non è così.
No, perchè la dea Fortuna, nella vita è una componente fondamentale la cui assenza non consente di raggiungere alcun traguardo.
Visto il settore in cui svolge il lavoro il buon Vincenzino, questa divinità tanto importante, la definirei, dea Eupalla, utilizzando un termine di “breriana memoria”.
Comunque la si voglia chiamare, la Fortuna ha le fattezze di una donna avvenente, un po’ capricciosa, con lineamenti nobiliari retaggio di una storia millenaria (da quando l’essere umano è comparso sul globo terrestre), che viene corteggiata da tutta la popolazione umana.
Ma come tutte le donne attraenti, piacenti, desiderate, la Fortuna si fa “conquistare” solo da pochi eletti a cui elargisce i suoi indispensabili e ambiti doni.
I conquistatori debbono possedere doti speciali, essere prodighi di gesti affettuosi e amorevoli, debbono considerare la Fortuna come preziosità rara e meravigliosa.
Evidentemente, Montella possiede queste qualità, questo genere di talento che gli ha permesso di farsi omaggiare dalla Dea Eupalla, di far risiedere a Milanello e a S.Siro questa divinità.
L’allenatore rossonero ha sempre un’ espressione sorridente e rassicurante in ogni circostanza; comunica ottimismo a tutti i suoi interlocutori; riesce con facilità a dispensare una enorme empatia; coraggiosamente si affida alla balda gioventù di alcuni suoi giocatori, ha fiducia nel futuro seppur tra mille difficoltà e incertezze.
Tutte queste doti hanno fatto capitolare la dea Eupalla, che sembra essersi innamorata perdutamente del Milan.
E allora ecco, che i rigori assegnati agli avversari terminano sul palo o vengono parati dall’abile giovane talento che difende la porta rossonera; ecco che la promessa, appena maggiorenne, segni un eurogol dopo soli pochi minuti dal suo ingresso in campo con la squadra in svantaggio; ecco che gli allenatori avversari commettono errori così marchiani che aprono autostrade verso la vittoria alla compagine rossonera.
E poi, un segno (in hoc signo vinces).
Si, un segnale avvertito ieri sera durante il secondo tempo della partita contro il “rude” Sassuolo.
Seduto sui seggiolini dei semideserti spalti di S.Siro, accanto ai miei soliti e tradizionali colleghi di tifo (siamo ormai diventati una riserva indiana visto le scarse presenze sulle tribune….), ho notato, forse per la notte che scendeva celermente a ricoprire con l’oscurità lo stadio che veniva illuminato dalle luci dell’impianto che sovrasta la copertura come migliaia di stelle delle più affascinanti costellazioni, forse perchè la depressione per il momentaneo svantaggio mi stava attanagliando facendomi vedere i fantasmi delle ultime disastrosi stagioni, ho notato un’ affascinante giovane fanciulla accomodata solo pochi metri davanti a me.
Ammirando le sue magnifiche fattezze fisiche, mi parso di vedere in lei l’impersonificazione della dea Fortuna; sì, proprio la dea Eupalla che da alcuni anni diserta il nostro stadio, che non elargisce i suoi doni ai nostri beniamini.
Col passare dei minuti e visto l’andamento della gara, quell’iniziale impressione è diventata una totale certezza.
Tanto più che, codesta seducente, incantevole, ammaliante ragazza, seppur non di fede calcistica rossonera, ci allieta con la sua presenza da un paio di partite casalinghe che sono scaturite in due sonanti vittorie.
Si dice che due indizi siano una coincidenza, ma che tre costituiscano una prova.
Ebbene, credo che si dovrà avvertire i dirigenti (sia quelli vecchi , sia quelli nuovi , se esistono…..) dei piani alti di via Aldo Rossi, di omaggiare la gentile e piacevole donzella di una tessera annuale, visto i risultati ottenuti con la sua presenza.
Certo ora l’ottimista ed empatico Montella dovrà tenersi stretto la dea bendata, ma anche proseguire nella costruzione di questa squadra che ha ancora notevoli pecche e difetti; fase difensiva lacunosa e rabberciata, centrocampo con poche idee e schemi, attacco statico e poco propositivo.
Anche perchè la Fortuna è una signora un po’ capricciosa e volubile e potrebbe abbandonare gli uomini con la casacca rossonera e volare verso altri lidi pallonari.
Massimo”old-football”Puricelli
Castellanza(VA)