La nostra è una società dedita al consumo di beni voluttuari.
Una società consumistica, così viene definita in termini sociologici.
L’edonismo è il motore di tutto, per molti critici.
Per sorridere un po’, in questo periodo così triste, si potrebbe ricordare una scena del film “Totò , Peppino e le fanatiche” , dove il mitico Peppino De Filippo esprimeva la sua lamentela al tirannico direttore (un altro gigante della commedia e della tv , Mario Riva) per il suo costante stato di stress generato dalla mancanza di denaro per poter evitare di lavorare e dare sfoggio a tutte le sue doti artistiche.
“Il danaro, il danaro, continuo a pensare al danaro, ecco perchè vengo a lavorare e sono stressato…”.
Una parodia “ante-litteram digitale” del nostro Paese ad inizio del “boom economico” degli anni 60.
Si dirà, nulla di nuovo, nulla è cambiato in oltre sessanta anni.
In realtà la società consumistica è diventata una società dove l’acquisto di beni voluttuari è imposto non è “caldeggiato”.
E sì, perchè, se non possedevi un televisore a colori, nulla ti impediva di seguire i programmi televisivi trasmessi.
Non possedevi un telecomando, il cambio dei pochi canali esistenti avveniva, facendo una breve camminata salutare dalla poltrona- divano all’apparecchio televisivo inoltre, evitava di cadere nello zapping compulsivo.
Non possedevi un telefono senza fili, niente impediva di effettuare chiamate telefoniche con l’apparecchio fisso quasi sempre collocato nell’anticamera d’ingresso, con il solo problema di utilizzare linguaggi “cifrati” per non far scoprire segreti più o meno importanti a famigliari e a vicini “ficcanaso”.
Recuperare documenti pensionistici, ci si armava di sana pazienza di Giobbe, e si attendeva il proprio turno negli stanzoni dell’INPS.
Insomma, servizi pubblici garantiti a tutti senza se e senza ma.
Oggi, invece, la società 4.0 impone, sottolineo impone, di dotarsi delle più moderne apparecchiature per poter usufruire dei servizi minimi di una società che si definisce civile.
Non possiedi un collegamento internet ? Hai un’ esistenza emarginata.
Non possiedi il televisore o il decoder di ultima generazione per lo switch-off ? La tv non la vedi più.
Tutto normale ?
E no.
No, perchè, seppur ci si sia dotati dei nuovi apparecchi per la ricezione dei canali televisivi, ecco che le la divinità globalizzatrice ed edonistica toglie al povero utente anche i servizi che ha usufruito fino a poche settimane fa.
Il vetusto, ma utilissimo televideo è “magicamente” scomparso dai canali Mediaset.
Un Teletext snello, chiaro, di facile lettura, con il costante aggiornamento delle notizie di cronaca, politica, esteri, economia, costume, sport, oltre ad altri servizi (tv, lotto, ecc.), è stato eliminato senza fornire alcuna spiegazione ufficiale.
Si vocifera che Mediavideo sia stato cancellato per ragioni economiche e in virtù del sempre maggior utilizzo di internet che ne rendeva, secondo la vulgata direttiva del canale del Biscione, ormai obsoleto e inutile.
Obsoleto e inutile ?
Sarebbe utile chiedere opinione a milioni di utenti che non posseggono internet o che semplicemente non posseggono una smart-tv o non posseggono la padronanza digitale per poterla utilizzare.
Si dirà, ma è rimasto “in vita” lo storico Televideo Rai.
Vero, ma c’è un inghippo.
Dopo lo switch-off,il Televideo di “mamma” Rai è diventato lentissimo.
Ogni volta che si accede ai canali Rai e si apre la schermata del Televideo le pagine che si digitano compaiono con estrema lentezza, soprattutto le sottopagine.
Per poter leggere 5 o 6 sottopagine è necessario non cambiare canale e attendere anche 15/20 minuti.
Un ottimo esercizio di yoga , di autocontrollo, di riflessione dell’inconscio.
Attività mentali e psichiche utili per chi è in grado di svolgerle; per altri, uno stress parossistico che il mitico Peppino De Filippo definirebbe atroce aggiungendo che “così non va, non va, sono più stressato di prima…”, rispondeva al direttore che voleva sincerarsi se si sentisse meglio quando svolgeva i “falsi” hobbies da lui imposti.
Disservizio temporaneo ?
Non è così, purtroppo, almeno per ora, si spera.
Già, perchè chiedendo informazioni alla redazione del Televideo Rai si riceva la risposta che viene fornita dal settore tecnico.
“Per ragioni legate alla disponibilità di banda sui nuovi multiplex del digitale terrestre, la settimana scorsa, nelle zone in cui sono stati attivati i nuovi multiplex macroregionali, sono stati ridotti i flussi dati del Televideo. Come conseguenza, all’accensione del TV o immediatamente dopo il cambio canale, la ricerca della pagina può richiedere del tempo in più rispetto alla situazione precedente.La verifica fatta dai colleghi del CP di Milano ha rilevato che il funzionamento corrisponde a quello atteso.
Nel ringraziarLa per la segnalazione, Le auguriamo buona giornata”.
Ecco, appunto, buona giornata, così ci augurano, e, aggiungo, portare pazienza, molta pazienza, per voi che non volete essere “smart” e digitalizzati, altrimenti rimanete nel buio della vostro medioevo anti-edonistico.
E’ un adeguato servizio quello che viene fornito rispetto a qualche settimana fa ?
Non direi, anche perchè, ogni mese la quota del canone televisivo viene “giustamente” imposta nel computo della fatturazione dell’energia elettrica senza più la possibilità di “cadere nella tentazione” di evasione.
Doppiopesismo italico ?
La risposta non sta nelle stelle, ma più semplicemente nell’etere e nelle frequenze captate dall’antenna posizionata sui tetti di milioni di fabbricati disseminati lungo lo Stivale.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)
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