Quanto la globalizzazione sia una sciagura è ormai notorio da due decenni.

I problemi, i pericoli, i danni che ha causato, che genera e che genererà sono manifesti (tranne chi non vuole vedere per interesse personale). Danni che colpiscono duramente la classe media e la working-class (sempre che tale classificazione sia accettata dal politicamente corretto…) in termini di diritti sociali, servizi, aspettativa di vita, qualità della vita, sanità, sicurezza.

Quanto questo “dogma” sia inscalfibile, è sufficiente seguire il mainstream (carta stampa, internet, tv) dal momento in cui il Partito Democratico Americano ha defenestrato Joe “sleepy” Biden sostituendolo con Kamala Harris (in realtà da 5 anni, “Sleepy” Joe era eterodiretto dall’elite Liberal statunitense).


Ebbene, Trump sparito da ogni servizio giornalistico inerente la campagna elettorale; l’attentato che ha subito è scivolato nell’oblio; i sondaggi indicano, in maniera inequivocabile il sorpasso della Harris che, con 3 mesi e mezzo di anticipo, è già, per la “vulgata” sostanzialmente e comodamente seduta sulla poltrona dello Studio Ovale della Casa Bianca.


Se tutto ciò non fosse sufficiente, arriveranno milioni di nuovi iscritti alle liste elettorali nelle prossime settimane, che, casualmente, esprimeranno il loro voto tramite servizio postale per rendere più sicura la vittoria della paladina Harris.


Dopo la rielezione di Ursula Von der Leyen a capo della Commissione Europea, con l’applicazione più estremista del “manuale Cencelli” con totale spregio del voto espresso dal popolo elettore, manca solo l’elezione di Kamala Harris negli States, per cementificare definitivamente e perpetuamente il “Totem” globalizzatore.


Nel frattempo, in Estremo Oriente, il regime dittatoriale cinese sta festeggiando per l’imminente dominio del Pianeta. Già, perchè i fautori di questo progetto di omologazione non riconoscono o fingono di non riconoscere (come sosteneva Vittorio De Sica impersonando il personaggio del Sindaco donnaiolo nel film del 1960 , Il Vigile, protestando nei confronti del “pizzardone” Otello Celletti, A.Sordi, mentre comminava l’ammenda per eccesso di velocità) il fututo prossimo venturo che si sta delineando in maniera chiara e inequivocabile.
Purtroppo non esistono epigoni di Sir W.Churchill che declamano discorsi ammonitori riguardo il pericolo che incombe sulle nostre teste come fece lo statista britannico nel 1946 a Fulton (MIssouri USA) quando coniò l’espressione “cortina di ferro” per descrivere l’egemonica e nefasta espansione dell’URSS in Europa dell’Est e che diede il via alla Guerra Fredda.

Massimo Puricelli