Caso Diciotti, caso Nave Mare Jonio, tutte situazioni riconducibili ad uno scontro politico ideologico tra il ministro dell’ Interno, Matteo Salvini, e le ONG italiane e straniere, sul tema dell’immigrazione di massa proveniente dalle coste nord africane.
Del resto il responsabile della nave “mare Jonio” e Luca Casarini ex disobbediente, ex tuta bianca, ex responsabile dei centri sociali veneti, ora dirigente siciliano di Sinistra Italiana.
Battaglia ideologica ormai annosa su cui sono state scritte e dette miriadi di parole.
Le due visioni del mondo erano, sono e saranno sempre inconciliabili.
L’ ideologia dei seguaci di Casarini “senza se e senza ma”, li porta a considerarsi degli “apolidi”.
Aborrano i confini, le nazioni.
La loro nazione è il mondo; nessuna frontiera deve esistere; nessuno è da considerarsi straniero; libera circolazione degli esseri umani.
Una sorta di anarchia worldwide.
Da questi “dogmi” è logico comprendere le loro missioni nel mar Mediterraneo intente a salvar migranti alla deriva e trasportali sul suolo italico per combattere e distruggere il “nuovo corso salviniano” della tolleranza zero e della chiusura di confini e porti all’immigrazione clandestina di massa.
Cosa abbia prodotto e cosa rischia di produrre un’ immigrazione senza regole, incontrollata a livello sociale, economico e politico, è ormai acclarato.
Un’ evidenza fattuale che Casarini & C. ritengono una schifosa propaganda delle destre xenofobe e razziste.
Seguendo i dettami della disubbidienza ormai decennale a cui si sono sempre ispirati, ecco il fil rouge che lega le loro “imprese”, le loro attività anti-sistema (così amano definirle): dall’assalto alla zona rossa durante il G8 di Genova nel luglio 2001, all’allestimento di una nave “salva migranti” nel 2018 in barba alle direttive del Viminale.
Quest’ ultima attività anti sistema è molto costosa.
Dai dati forniti dalla ONG Mediterranea, l’armatrice della imbarcazione Mare Jonio, il costo per l’allestimento ammonta all’incirca attorno i 460 mila euro (il solo pieno di carburante costa circa 85 mila euro).
Cifra raccolta attraverso donazioni e con l’accensione di un mutuo di cui è garante l’on. Fratoianni di Sinistra Italiana.
Cifre enormi che i solidali sostenitori hanno utilizzato e utilizzano in maniera poco profittevole.
E sì, perchè, l’investimento effettuato è poco remunerativo in fatto di costi-benefici.
Sgombriamo il campo.
Nonostante il rischio dello stigma di razzista, vale, soprattutto, in questa vicenda, la vulgata “meglio aiutarli a casa loro”.
Il costo dell’ immigrazione incontrollata del periodo 2014-2017 si aggirava attorno i 5 miliardi, coperti buona parte dall’erario italiano e dai contributi europei.
I costi sociali non sono mai stati quantificati esattamente, perchè sono imponderabili.
I costi in vite umane li conosciamo tutti: un’ immane tragedia che ha generato migliaia di morti durante le attraversate organizzate e gestite dagli “scafisti” dalle organizzazioni criminali internazionali (a quanto ammontano i profitti di tali organizzazioni ? quanto ammontano i costi per combatterle e per combattere le loro attività illecite collegate al traffico di esseri umani, quali traffico d’armi e di droga ?).
E’, invece, molto più efficace destinare tali investimenti in altre “missioni”.
E’ sufficiente consultare le decine di progetti delle varie organizzazioni non governative operanti in Africa per conoscere i costi della realizzazioni di pozzi di acqua potabile, di finanziamento di microcredito agricolo e artigianale, finanziamento strumenti per laboratorio ospedaliero, finanziamento per l’edificazione di ospedali, di scuole, di strade.
A titolo di esempio: per la costruzione di un piccolo ospedale nella zona sub -sahariana (luoghi di provenienza della maggior parte dei migranti) che potrà fornire assistenza ad oltre 50 mila persone, occorrono poco meno di 100 mila euro.
Una cifra molto simile a quanto ha speso l’ONG della nave “mare Jonio” di Casarini, Fratoianni e Vendola solo per il pieno di cherosene.
E’ quindi lecito domandare ai “disubbidienti” se i loro dogmi ideologici siano economicamente utili per quelle persone che dicono di voler aiutare facendoli sbarcare in Italia dopo aver affrontato un viaggio periglioso tra deserto, torture, scafisti, mare in tempesta e senza alcuna garanzia di futuro sereno e sicuro sul suolo italico ed europeo.
E’ evidente, inoltre, come i nuovi rivoluzionari di stampo comunista siano così distanti dai i loro “antenati rivoluzionari” del secolo scorso che combatterono in Europa, Asia, Sud America per la liberazione dei popoli oppressi.
I loro predecessori combattevano per riconsegnare al popolo la loro Patria, la loro libertà nella terra natia e costruire il loro futuro e il futuro dei loro figli all’interno dei loro sacri confini contro stranieri invasori, contro le tirannie, contro le dittature.
Oggi, invece, combattono per far abbandonare le terre natie e lasciarle in balia delle multinazionali, dei tiranni, degli oppressori.
Massimo Puricelli
Castellanza(VA)
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