Aldo Croci, Presidente dell’Associazione Amici di Villa Litta, che dal 1992 affianca l’amministrazione comunale nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico-artistico di Villa Litta, ha dichiarato “La mostra itinerante tra ville e palazzi milanesi, resa possibile grazie ai fotografi del Fotoclub Foto in Fuga, che da anni collaborano volontariamente per catturare le immagini più suggestive della Villa e dei suoi tesori, è un percorso di scoperta delle bellezze delle nostre dimore”.
La scelta delle sedi non è stata casuale: la storia e i personaggi che hanno animato queste dimore sono collegati alla storia della Villa di Lainate. Villa Burba e Villa Litta hanno molto in comune: le donne, il vino, i gelsi e i moti rivoluzionari. Le donne hanno avuto un ruolo importante nella storia di entrambe le ville. Sono stati molti sia i passaggi di proprietà “in rosa” a Villa Burba che le dame Litta sposate con le più importanti famiglie dell’epoca. La coltivazione dei vigneti è presente nella zona di Rho sin dal 1648 e a Lainate sin dalla fine del ‘500 (l’Associazione Amici di Villa Litta si è fatta promotrice l’anno scorso della produzione del vino IL NINFEO, il “rosso delle Meraviglie”). La coltivazione dei bachi da seta è stata prolifica in entrambe le cittadine e a Lainate è andata avanti fino al 1800. I proprietari di entrambe le ville sono stati parte attiva dei Moti Rivoluzionari. Marianna Porro Lambertenghi, proprietaria della Villa di Rho, era sposata con il conte Luigi Porro Lambertenghi, esiliato per aver partecipato ai moti del 1820-21. Nello stesso periodo il Duca Antonio Litta Visconti Arese, per gli stessi motivi, è costretto a fuggire in esilio a Torino insieme al fratello Giulio, musicista di talento.
Villa Borromeo Visconti Litta sorge nel territorio di Lainate ed occupa una superficie complessiva di circa tre ettari. L’intero complesso monumentale fu concepito intorno al 1585 da Pirro I Visconti Borromeo che, ispirandosi alle ville della Toscana medicea, decise di dare al suo possedimento lainatese, sino ad allora destinato all’agricoltura, un ruolo prevalentemente ludico. Oltre ai lavori di ristrutturazione architettonica del palazzo, Pirro I ripensò il giardino e fece costruire il Ninfeo, edificio di frescura che è uno tra i più apprezzati dell’Italia settentrionale per la ricchezza di decorazioni e la varietà di giochi d’acqua. Il Catasto Teresiano (1721) mostra come l’impianto del complesso rimase sostanzialmente invariato fino a quella data. Il marchese Pompeo Litta ereditò la Villa nel 1750 e diede inizio a grandi lavori di sistemazione scenografica nei giardini, aumentando gli effetti prospettici, dando vita a quinte e fondali e ricostruendo completamente la facciata del Ninfeo. Ebbe allora inizio la fase di massimo splendore della villa. Agli inizi del XIX secolo, dopo che la parte nord/ovest del parco era stata trasformata in un giardino all’inglese, ci fu un notevole sviluppo delle sperimentazioni botaniche in serra, fino a quando, nel 1866, la caduta in disgrazia della famiglia Litta, che era stata parte attiva nei moti per l’Unità d’Italia, condusse alla cessione della Villa al Demanio dello Stato. Nel 1932 il complesso monumentale venne acquisito da Alberto Toselli che fece fare alcuni restauri e riattivò i giochi d’acqua. La seconda guerra mondiale determinò il decadimento totale della Villa che rimase in stato di abbandono fino al 1971, quando venne acquistata dall’Amministrazione Comunale di Lainate.
Villa Burba Cornaggia Medici, meglio conosciuta come ‘Villa Burba’, è una villa di campagna che ha la tipica architettura lombarda risalente al XVII secolo. Di particolare rilievo sono gli ornamenti tardo-barocchi, i balconi, i cancelli, le ringhiere in ferro battuto e il salone centrale. Nel 1873 venne acquisita dalla famiglia Cornaggia Medici e nel 1966 la proprietà passò al Comune di Rho che la sottopose ad un lungo restauro. Attualmente è utilizzata come sede della biblioteca comunale e come spazio espositivo della mostra permanente Passato e presente. Il Parco, piuttosto ampio e caratterizzato dalla presenza di sentieri in ghiaia, è destinato ad uso pubblico ed è dotato di zone gioco per bambini, panchine e tavoli in pietra per picnic. Qua e là è possibile incontrare statue e busti di donne, soprattutto vicino all’entrata secondaria. Nel parco sono presenti anche: un piccolo laghetto, popolato da tartarughe e anatre, e una ‘vasca-fontana’, romana, rettangolare, poco profonda e con un fondale in sassi. La fontana, circondata da una struttura di panchine in granito, offre un clima di tranquillità ed è spesso usata come luogo di ritrovo da persone di tutte le età.
Ulteriori informazioni sono disponbili sul sito www.amicivillalitta.it
Foto di Serena Ghelfi – fotoclub Foto In Fuga