[dropcap]P[/dropcap]er domenica 17 aprile non prendete impegni e andiamo tutti compatti a votare per il referendum sulle trivellazioni petrolifere nei mari italiani.
Diamo alla nostra scalcinata classe politica, che tende a cancellare ogni forma di democrazia – vedi l’ abolizione del Senato elettivo, sostituito con gli amici degli amici – una lezione di maturità, facendo con il nostro voto superare al referendum il quorum minimo dei votanti (il 50 % degli elettori).
E’ infatti semplicemente vergognoso e inaccettabile per ogni serio democratico che un presidente del consiglio – non eletto dal popolo – , che un governo di faccendieri che si regge sui voti di un condannato per bancarotta e che un partito di maggioranza relativa – un tempo di sinistra – invitino gli elettori a disertare le urne.
Poi una volta al seggio votate quello che volete, secondo scienza e coscienza, tanto qualsiasi esito sortisca non ci cambierà la vita, ne dal punto di vista ecologico, ne tantomeno da quello economico, come vuole fare credere la lobby degli industriali-petrolieri (con il prezzo del petrolio al minimo storico). Io un suggerimento su come votare ce l’avrei, ma ho troppo rispetto nell’esternarlo per quanti in buona fede possono pensarla in maniera diversa dalla mia. Questa si chiama democrazia. Ma sulla democrazia non si può scherzare: la Storia infatti ci ammonisce che quanti ci hanno provato, come l’Italia nel 1922, sono finiti dritti dritti sotto una dittatura.
[dropcap]U[/dropcap]na sola cosa, da giornalista specializzato che si occupa di turismo da oltre 40 anni, voglio dire: non fatevi abbindolare dai ricatti occupazionali sbandierati in questi giorni, non dai sindacati (al riguardo vergognosamente divisi), ma dalla lobby dei petrolieri.
La vera ricchezza per il nostro Paese non sono le trivelle in terra o in mare, che sappiamo bene tutti a chi portano guadagni (vedi Potenza), bensì il turismo, un comparto che in Italia fattura ogni anno 117 miliardi di euro, pari all’ 11,8 % del PIL, e impiega 3,1 milioni di persone. Il turismo costituisce la vera risorsa dell’Italia, non il petrolio e le trivelle (destinate comunque presto ad esaurirsi comunque), perché è il turismo il nostro petrolio e un qualsiasi incidente – sempre possibile – recherebbe danni gravissimi alla nostra economia.
[dropcap]G[/dropcap]razie se vorrete accogliere e fare girare questo disinteressato e convinto appello di un cittadino democratico qualunque, e che tale vorrebbe poter restare anche in futuro, per sé e per le generazioni a venire.
Giulio Badini